LA VICENDA L’ex prete a luci rosse diventa scrittore: pubblicato un romanzo su chiesa e scandali sessuali

Don Andrea Contin ha prodotto il libro «Mia madre era una ragazza» in cui racconta dei misteri attorno alla morte di un giovane sacerdote coinvolto in una vicenda «hot»

Don Andrea Contin (sinistra) e il romanzo (a destra)
Don Andrea Contin (sinistra) e il romanzo (a destra)

Don Andrea Contin: l’ex prete padovano a luci rosse esordisce come scrittore. Un giallo intitolato «Mia madre era una ragazza» che narra delle indagini e dei misteri dietro la morte di un giovane sacerdote coinvolto in uno scandalo sessuale. Le anticipazioni e la copertina del romanzo sono già disponibili sul sito web www.andreacontin.it.

«Andata e ritorno per l’inferno»

«Per scrivere questo libro, che si legge in cinque ore, ho impiegato cinque anni – spiega lo stesso Contin (52 anni) sul proprio sito – e un biglietto andata e ritorno per l’inferno. Il titolo? È stata l’ultima frase che ho scritto. Come sempre la cosa più importante la scrivi quando hai terminato le altre». Un lustro di gestazione per il primo romanzo dell’ex parroco di San Lazzaro (quartiere di Padova), iniziata all’indomani della pronuncia del vescovo di Padova, che nel 2017 lo spogliò dello stato clericale dopo più di un anno di polemiche.

Il patteggiamenti

Nel 2016 una donna lo denunciò per lesioni e violenze ed in seguito alle perquisizioni operate dagli inquirenti nella canonica della chiesa parrocchiale di via San Marco e i riflettori si puntarono immediatamente sulla vita segreta del giovane sacerdote: video hard, filmati amatoriali e sex toys. A quel punto lo scandalo investì l’intera curia padovana che decise di revocare a Don Contin lo stato sacerdotale. Il procedimento penale a suo carico si concluse con una condanna a un anno di reclusione e sospensione condizionale della pena, avendo quest’ultimo accettato l’addebito e scelto di patteggiare con la pubblica accusa.

Il colpo di scena

Tra i reati contestati c’erano anche lesioni gravi e minacce aggravate, per cinque episodi in quattro anni in cui il prete avrebbe picchiato a sangue e minacciato di morte la donna che poi si era ribellata a quella ferocia. Poi c’era stato il colpo di scena: il sesso a volte violento fatto con la vittima non era sotto accusa. Ossia: l’ipotesi di induzione e sfruttamento della prostituzione non era stata rintracciata dai magistrati e dai carabinieri che avevano svolto le indagini, perché le signore che avevano condiviso con il prete le loro esperienze «hot» non erano state pagate, né don Contin aveva spinto o peggio fornito donne ad amici. In una sola occasione un parrocchiano, dopo aver passato la notte con la vittima avrebbe chiesto al prete «Immagino di doverti dei soldi…», affermazione alla quale Don Contin ha risposto complice «Beh, mi farai dei lavoretti qui in parrocchia». Erano quindi cadute le accuse più gravi.

Le tante domande

Ora ci si chiede se e quanto questo libro possa avere di autobiografico. «Il romanzo di uno che è nato quattro volte senza ancora mai morire davvero una sola volta», come l’autore stesso lo descrive, viene presentato come la ricostruzione di una vicenda senz’altro torbida, su cui urge fare luce e venire a capo, ma anche come un soggetto denso di carica erotica, narrando proprio di un sacerdote che si scopre al centro di uno scandalo sessuale, in senso del tutto analogo a quanto avvenuto al Padova tra il 2016 e il 2018. Al di là dell’aspetto processuale, forse questo libro potrà rispondere alle domande che in molti avrebbero voluto porre all’ormai ex sacerdote.

corriere veneto

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