Abusi su minori in Francia. La Chiesa chiede perdono

Interventi sofferti e solenni, concentrati come un nodo che chiede umilmente d’essere sciolto, con gli occhi bassi e il pensiero rivolto ancor più su di quelle cime soleggiate dei Pirenei già testimoni di così tanta umana sofferenza. Ieri mattina, sulla spianata davanti al Santuario di Lourdes, in mezzo a un silenzio intriso di dolore, la Chiesa francese ha espresso pubblicamente il proprio pentimento per tutti quei volti d’innocenti stravolti per decenni dal flagello degli abusi che si è infiltrato oltre le soglie di tanti convitti cattolici per adolescenti, soprattutto negli anni Cinquanta e Sessanta, ma anche in seguito, accanto a decine di altri luoghi ed istituzioni sotto l’autorità ecclesiastica.

Un mese dopo le stime sconvolgenti sul numero di vittime contenute nel rapporto della Ciase (Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa), voluto dagli stessi vescovi francesi in nome della verità e della giustizia, la cittadina mariana è stata scelta come punto ideale di partenza per quel cammino nuovo chiesto a gran voce anche dai fedeli. Due tempi, uno memoriale e l’altro penitenziale, hanno scandito la cerimonia, giunta dopo le prime quattro giornate dell’assemblea episcopale plenaria d’autunno, in gran parte dedicate alla riflessione e al discernimento sulle soluzioni per alleviare l’irreparabile e preparare il futuro con senso di responsabilità. Ai piedi del Santuario e davanti a una grande croce rossa installata per l’occasione, i 120 vescovi transalpini hanno ascoltato rintocchi funebri, inginocchiandosi al suolo. «Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?», hanno letto due delle vittime di preti pedofili accolte dall’assemblea, prima dell’invocazione congiunta dei vescovi: «Signore, pietà». L’arcivescovo di Reims, Éric de Moulins-Beaufort, presidente della Conferenza episcopale, si è rivolto ai «bambini in lacrime» che bruciano nelle coscienze: «È troppo tardi per asciugare le vostre lacrime. Non lo è per ricordarvi. Che la vostra immagine, già nei nostri occhi, possa impregnare le nostre anime. Orma, non posso più entrare in una chiesa per celebrarvi il mistero della vita e dell’amore più forti della morte, senza portare le stigmate del vostro volto che piange, così povero, così toccante, così solo, così smarrito e soprattutto così degno. Tutto il bene del mondo non riscatta i pianti d’un bambino».

A nome della Conferenza dei religiosi e delle religiose di Francia (Corref), suor Véronique Margron, domenicana, ha invocato: «Che questo volto dell’infanzia umiliata possa perseguitarmi, che possa anzi ossessionare noi tutti che portiamo una responsabilità, in un modo o nell’altro, fino al momento dell’incontro fra la giustizia e la verità». Poi, durante il rito penitenziale, gli sguardi si sono levati oltre le cime: «O Dio, che osiamo chiamare “Padre nostro”, perdonaci. Rimodella i nostri cuori. Ispiraci su come andare verso quelle e quelli, straziati e umiliati, che abbiamo trascurato e abbandonato», ha implorato il presidente dei vescovi. Parole intense anche da parte di suor Margron: «Non possiamo scendere negli inferi dove ogni vita di bambino, d’adulto reso vulnerabile, è stata scaraventata. Ma chiedere la forza e la grazia per restare sulla soglia, accanto al sepolcro e lì supplicarti, o Dio, capace di scendere così in basso, tu che puoi come nessun altro scendere in queste tenebre per fracassarne la porta». In attesa d’un memoriale in onore delle vittime, ieri l’Assemblea si è raccolta davanti a una foto della statua d’un bambino piangente. Fra i segni più toccanti, pure la volontà di certe vittime di tenersi, durante i lavori, al fianco del proprio vescovo.

Venerdì l’Assemblea aveva già riconosciuto la «responsabilità istituzionale » della Chiesa francese e «la dimensione sistemica di queste violenze, nel senso che non sono solo dovute a individui isolati, ma sono state rese possibili anche da un contesto globale». Riaffermato pure l’impegno in vista di azioni finanziarie di “riparazione”.

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I vescovi francesi sono riuniti in Assemblea generale

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