Ordinare preti sposati e riaccogliere i preti sposati. Una proposta di riforma per la Chiesa

La notizia di Adista è stata commentata dal Movimento Internazionale dei Sacerdoti Lavoratori Sposati: “Non basta solo ordinare al sacerdozio uomini sposati. Abbiamo la ricchezza nella Chiesa dei sacerdoti sposati già ordinati validamente e successivamente dopo la dispensa sposati con matrimonio religioso”

I vescovi del Québec hanno recentemente discusso sulla possibilità di ordinare al sacerdozio i uomini sposati. La notizia è apparsa ieri sul sito di informazione religiosa présence, il quale ha riportato le parole del vicario generale dell’arcidiocesi di Québec, mons. Marc Pelchat, intervenuto il 14 marzo di fronte a circa 80 persone ad un incontro sul futuro della Chiesa della provincia canadese a maggioranza francofona.

Entro il 2019, ha detto mons. Pelchat, si concluderà il processo di raggruppamento delle parrocchie, per far fronte alla carenza di sacerdoti, «ma questa non è una soluzione». Il vicario generale ha poi riferito che «durante una sessione plenaria dei vescovi a porte chiuse si è parlato dell’ordinazione di uomini sposati di una certa età e dal comprovato impegno ecclesiale». Nemmeno l’ordinazione di donne è stata esclusa, ha poi aggiunto, perché il loro status nella Chiesa «è insostenibile». Ma di questo tema, ha poi tagliato corto, si sta occupando il papa con un apposito gruppo di lavoro.

L’analisi del prelato canadese è franca e poco ottimistica: la partecipazione alla vita della Chiesa è nettamente in declino, relegata dall’opinione pubblica a fenomeno del passato; il segno meno dei dati relativi alle richieste di sacramenti, funerali compresi, segnano un progressivo scollamento tra società e Chiesa cattolica; il clero, infine, è screditato presso il popolo del Québec a causa dei numerosi scandali sessuali.

Molti fedeli credono ci sia ancora una buona novella da annunciare, chiarisce mons. Pelchat, «ma questo dovrà essere fatto in modo diverso. Dovremo essere perseveranti»: cambiamenti, riforme e adeguamenti alla situazione attuale dovranno investire anche «le nostre strutture, per cambiare la visione della Chiesa così come l’abbiamo conosciuta». Il modello di Chiesa del passato rendeva i fedeli spettatori e consumatori, si legge ancora su présence, e così oggi alcune comunità sono quasi estinte: «Riteniamo di poter ricostruire la Chiesa, anche rendendola più umile, per annunciare la missione di Cristo. La svolta missionaria risale a gennaio 2016, con l’istituzione di “cellule di evangelizzazione”, basate sulla Parola, l’Eucaristia e la ricerca del bene comune. È ancora in costruzione e in fase embrionale ma crediamo che molte risposte arriveranno dal campo».

adista

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