In guerra contro i poveri

di Mariangela Maturi

Assistenza di razza. I tagli alla concessione del sussidio per gli indigenti dovevano nuocere solo agli immigrati. Invece, hanno finito per colpire tutti i poveri. E così il provvedimento ha scatenato un putiferio, persino le casalinghe di comprovata fede berlusconiana sono salite sulle barricate. L’emendamento al decreto 112 della finanziaria, dedicato agli assegni sociali, ha sollevato un polverone che neanche le angherie sui precari erano riuscite a muovere. Infatti mirava a colpire al cuore il sistema assistenziale, previsto e tutelato dalla Costituzione italiana e dalla normativa europea.

Porre come requisiti la residenza e il lavoro in Italia da 10 anni toglierebbe i 400 euro di sostegno anche a invalidi, preti e indigenti. Se davvero dal primo gennaio del 2009 entrassero in vigore queste restrizioni, neppure i poveri italiani godrebbero più dell’assegno. Ieri, il dietrofront. Nessun taglio, almeno per gli italiani. L’emendamento sarà modificato in chiave razzista e si «limiterà» a discriminare gli stranieri.

La proposta era stata studiata dalla Lega e ben accolta anche dal ministro alla funzione pubblica Renato Brunetta, che però ieri ha ribadito il vero obiettivo del provvedimento: «La ratio della norma era di evitare che arrivasse una persona anziana parente di un immigrato, stesse in Italia un mese, chiedesse la pensione sociale e se ne tornasse a casa». Il governo, che ha approvato l’emendamento in tutta fretta e l’ha spedito al vaglio in Senato, ieri mattina ha fatto retromarcia dopo le levate di scudo. Il ministro dei rapporti con il parlamento Elio Vito è corso ai ripari spiegando che l’emendamento sarebbe stato modificato ancora in Senato.

Poco dopo, il sottosegretario all’economia Giuseppe Vegas ha precisato: «Adesso vediamo se lo modifichiamo, può anche darsi, vedremo, ma giusto in un’ottica di chiarimento». Maurizio Sacconi, ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali ha rincarato la dose: «La necessaria correzione dovrà ora conciliare la doverosa esigenza di impedire eventuali abusi da parte di cittadini extracomunitari con quella di mantenere una prestazione che si configura come un reddito di ultima istanza per persone anziane». Sacconi ha poi annunciato la cancellazione del riferimento all’età lavorativa, ed ha aggiunto che oggi anche «l’emendamento sui precari sarà corretto».

La prospettiva di un taglio ai sussidi ha innescato una vera e inevitabile guerra tra poveri. «E’ drammatica la scelta del governo e di Tremonti», ha dichiarato Federica Rossi Gasparrini, presidente della Federcasalinghe, «perché potrebbe ridurre un milione di cittadini italiani alla fame». La Cisl pensionati ha chiesto: «Il Senato, giovedì, ripari allo sfregio perpetrato ai danni di oltre 800 mila anziani poveri e senza mezzi di sussistenza».

Non resiste neanche l’Ugl pensionati (il sindacato di destra): «Ci aspettiamo che il testo venga corretto – ha detto il segretario nazionale Corrado Mannucci – eliminando ogni riferimento ai contributi versati, salvaguardando una fascia sociale estremamente debole a cui lo Stato non può negare aiuto e assistenza ed evitando, anche per gli extracomunitari in regola, ingiuste discriminazioni». Persino le Acli si sono preoccupate: «Si pensi alle casalinghe che hanno dedicato tutta la vita alla famiglia, ai religiosi impegnati nelle realtà più difficili, agli emigranti italiani che tornano nel nostro Paese. Si tratta di una manovra maldestra oltre che ingiusta».

La Lega si è difesa a modo suo scagliandosi contro gli stranieri, e il capogruppo alla Camera Roberto Cota ha ribadito: «La norma assegna il contributo soltanto dopo dieci anni di residenza, proprio per impedire gigantesche ingiustizie nei confronti dei nostri cittadini». Poi ha tentato lo scaricabarile: «Vorrei precisare che l’emendamento per la parte che non riguarda gli extracomunitari non è della Lega, ma è a firma dell’onorevole Zeller, esponente dell’opposizione».

Gli ha risposto il ministro dell’economia del governo ombra del Pd, Pierluigi Bersani: «Vedo che molti esponenti della maggioranza e del governo non sanno più se c’erano o non c’erano, e scaricano addirittura delle responsabilità sulle opposizioni. Qui si supera davvero il limite della decenza». Anna Finocchiaro, presidente del gruppo Pd al Senato, ha aggiunto: «Le misure sugli assegni sociali sembrano studiate apposta per infierire sui soggetti più deboli del nostro paese, sulle persone che non hanno soldi». Stefano Saglia e Giuliano Cazzola, presidente e vice della Commissione Lavoro di Montecitorio, hanno accolto con favore la proposta di modifica: «La norma va riscritta non solo eliminando ogni riferimento all’attività lavorativa», dicono, ma va anche predisposto che tutti gli assegni già stabiliti prima del gennaio 2009 restino validi.

La sintesi perfetta la sforna però il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri: «La norma sugli assegni è stata introdotta per evitare che un extracomunitario che sia in Italia da un anno possa prendere una pensione per tutta la vita. Questo è lo scopo. Se poi la norma non è sufficientemente chiara ed è nata in quelle maratone notturne di commissione, sarà bene chiarirla e quindi modificarla». Solo una svista? O il tentativo di spingere al massimo l’acceleratore contro ogni forma di stato sociale? Nel dubbio la risposta è sempre la stessa. Se non riusciamo a colpire subito tutti i poveri, cominciamo almeno dalla categoria meno tutelata d’Italia, ossia gli stranieri.

Il Manifesto

Traghettilines BOMPIANI 1+1 Abbonanti ad un 2024 di divertimento - Mirabilandia Pittarello - Saldi fino al -70% Frigo vuoto e voglia di vino? Te lo consegniamo in 30 minuti alla temperatura perfetta! Duowatt - Banner generici con logo Tekworld.it Bus Terravision Aeroporto Milano Malpensa Plus Hostels Transavia 2021 Radical Storage Bus notturno Fiumicino Aruba Fibra veloce Hosting Aruba - Scopri di più