Si ai preti sposati. La proposta di un teologo

Da decenni si discute della possibilità di ordinare i “viri probati” per rispondere alle esigenze delle comunità prive di un prete. Un teologo lstinoamericamo ribalta la questione.

In territori come l’Amazzonia e il Chiapas, nei quali le comunità cristiane sono visitate dai sacerdoti solo alcune volte all’anno, si dovrebbero  “ordinare alcuni dei leader laici che guidano le comunità: è la decisione più giusta, perché l’obiettivo è dotare una precisa comunità di un presbitero proprio, a partire da ciò che già esiste in quella comunità. Garantendo il rapporto ministro-comunità. Non è un estraneo che viene da fuori, ma dall’interno. Non c’è bisogno di inserirlo, ‘inculturarlo’, poiché fa già parte della comunità e della sua storia, ha il suo viso, il suo modo di essere”. Lo sostiene monsignor Antonio José de Almeida, professore presso la Pontificia Università Cattolica del Paranà. Dottore in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma, monsignor José si occupa del tema dei ministeri nella Chiesa a servizio della vita e della missione delle comunità, e conosce da vicino molte esperienze di ministeri non ordinati in America Latina. E precisa che non solo parla di “viri probati” – uomini sposati che potranno essere ordinati al sacerdozio – ma anche di “communitates probatae ” dove l’accento è posto sulla comunità. “Sarebbe tragico – spiega – se la Chiesa ordinasse ‘viri probati’ senza un forte senso di comunità”.

“Monsignor Almeida – sottolinea il blog Terre d’America – propone nomi diversi per questi due tipi di ordinazioni: sacerdoti e ministri ordinati locali. I sacerdoti continuerebbero a essere celibi e verrebbero mandati nelle parrocchie della diocesi, mentre i ministri ordinati locali servirebbero solamente la comunità in cui vivono e potrebbero essere inseriti nella vita familiare e professionale. Qualora non avessero un lavoro, o se lo avessero perso, i ministri ordinati locali potrebbero essere aiutati e sostenuti dalla comunità nello stesso modo con cui già si sostengono alcuni sacerdoti. “Entrambi sono presbiteri dello stesso sacramento dell’ordine; entrambi annunciano il Vangelo in nome della Chiesa; entrambi amministrano i sacramenti; entrambi guidano la comunità con e sotto il Vescovo; entrambi sono ordinati per tutta la vita”, chiarisce  la proposta. Ma mentre “i sacerdoti servono una vasta area e vivono in una circoscrizione pastorale più ampia”, i “ministri ordinati locali” vivono all’interno della loro comunità.

Così, i ministri ordinati locali sarebbero scelti direttamente dalla loro comunità e non sarebbe solo uno, ma un piccolo gruppo di due o tre. Inoltre, il servizio per la comunità sarebbe part-time. “Il modello non è la grande parrocchia, territoriale, anonima, totalmente centralizzata nel parroco, dove tutto dipende da lui”. Essi dovranno rispettare i seguenti criteri: essere uomini di comprovata fede e virtu’, competenti e rispettati all’interno di una particolare comunità.

farodiroma.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Traghettilines BOMPIANI 1+1 Abbonanti ad un 2024 di divertimento - Mirabilandia Pittarello - Saldi fino al -70% Frigo vuoto e voglia di vino? Te lo consegniamo in 30 minuti alla temperatura perfetta! Duowatt - Banner generici con logo Tekworld.it Bus Terravision Aeroporto Milano Malpensa Plus Hostels Transavia 2021 Radical Storage Bus notturno Fiumicino Aruba Fibra veloce Hosting Aruba - Scopri di più