Una lettera giunta in redazione. Una riflessione sul celibato dei sacerdoti e sulle nuove generazioni di adolescenti.
Ciao Capo, (DIO),
beh a sto punto rivolgo direttamente a te le mie riflessioni perché io qui non mi fido più della tua chiesa. Si lo so, tu non l’avevi pensata così, è diventata tale grazie alla mano dell’uomo, e devi ammettere che non ha fatto un gran lavoro no? Ciò di cui vorrei parlare con te riguarda il sesso, e ti prego, non arrossire, tanto ne avrai viste e ascoltate di tutti i colori, quindi non sarai di certo timido.
Dunque dicevo, parliamo di sesso, ma secondo te non è ora di metterci un freno? Ma lo vedi come siamo ridotti? Hai mai fatto un giretto nei bagni delle scuole? Praticamente sono diventati una succursale dei locali di Amsterdam, dove la ricreazione è diventata occasione di sesso consumato in fretta e cannoni a go-go.
Il sesso, quello che tu hai pensato come intima unione tra due persone, l’espressione alta e fusione d’amore è diventato un sesso mordi e fuggi, come le vacanze in tempo di crisi, dove purtroppo di poetico non c’è nulla, lascia un gran vuoto ed è solo la risposta ad una pulsione fisica, del tutto normale ma cavolo, non si può vendere o svendere un’unione così importante. Lo so, si potrebbe dire che il modo di porsi dei giovani è deviante, fatto di continui ammiccamenti e malizia, ma di questo un po’ di colpa ne abbiamo anche noi… abbiamo reso il sesso semplice scambio. Qualcuno disse un a volta: sesso senza amore? Perché no? Va beh, siamo liberi… ma sesso mercificato proprio no.
Ma secondo te sta storia del celibato dei preti… non è ora di finirla? Mi spiego, il sesso è una componente naturale dell’uomo, pertanto se uomini e donne rinunciano, con forza di volontà e calli alle mani, a vivere serenamente una sessualità… non sono disadattati e non normali? Non voglio dire che predicano bene e… (a volte non predicano neppure bene ma razzolano solamente) ma ha ancora senso ‘sto celibato? Si lo so, tu non avevi pensato così ma poi una legge della chiesa (era il 300 DC vero?) fece si che divenne obbligo, non scelta… che paradosso… una chiesa che predica le scelte nel rispetto dell’uomo e l’uomo di chiesa non rispetta se stesso… mi dici quale serenità hanno? Se gli chiedi sei contento loro allargano un sorriso e dicono si, magari mentre l’ormone gli tampina il cervello e i sensi… ma contento di che? Di vivere una propria intimità di nascosto, con sotterfugi, con l’impossibilità di dire sono innamorato? Certo, loro dicono sono innamorato di Gesu… ma quei calli non dicono nulla? Scusa Capo, ma perché non gli dai la possibilità di scegliere se sposarsi o meno? Forse avremo una chiesa più credibile, sicuramente avremo uomini e donne di chiesa più felici e sereni. Ciao Capo, alla prox!!
Lettera firmata
ilmetauro.it di Claudio Vagnini
Meravigliosa, la penso esattamente cosi, condivido. Monia Lustri