Papa in Corea, la Cina richiama sacerdoti

Almeno una decina di preti cinesi residenti in Corea del Sud sono stati contattati dal governo cinese, che li ha avvertiti di ‘problemi’ al rientro in patria se avessero atteso la visita apostolica di papa Francesco nella penisola. Lo ha riferito AsiaNews, l’agenzia stampa dei missionari.
FERMATI 80 GIOVANI. Una delegazione di 100 giovani, sempre secondo l’agenzia del Pime, il Pontificio Istituto Missioni Estere, è presente a Daejeon per la Giornata asiatica della gioventù, ma circa 80 sono stati fermati prima della partenza.
Almeno la metà dei giovani rimasti a casa sono seminaristi di Pechino, che nelle scorse settimane si sono rifiutati di obbedire a un vescovo scomunicato. Pechino ha dato l’ok al volo papale di attraversare i cieli della Cina ma le decisioni concrete sono diverse e su Xinhua, il maggiore network di informazione della Cina, non vi è nemmeno una notizia sul papa in Corea.
«I preti sono stati chiamati al telefono da funzionari dell’Ufficio affari religiosi, che li hanno minacciati di ‘problemi’ se non fossero tornati subito in patria», hanno riferito fonti coreane ad AsiaNews.
MINACCIATE LE FAMIGLIE. Oltre al ritiro del passaporto, all’annullamento dell’eventuale visto e a generiche grane burocratiche, l’esecutivo e soprattutto l’Ufficio affari religiosi sono arrivati in più occasioni a minacciare le famiglie rimaste a casa dei cattolici all’estero. Anche se non ci sono dati ufficiali, la comunità cinese in Corea del Sud conta centinaia di migliaia di persone. Di queste, almeno 50mila sono cattolici (battezzati o catecumeni): i gruppi, per la maggior parte con base a Seoul e a Incheon, sono seguiti in prevalenza da sacerdoti della loro stessa nazionalità. Allo stesso modo, sono molti i sacerdoti coreani che prestano servizio in Cina, soprattutto alle comunità coreane lì residenti. Il 13 agosto alla messa inaugurale della Giornata asiatica della Gioventù a Daejeon non erano visibili bandiere cinesi, sebbene fosse attesa una delegazione di giovani dalla Cina popolare.
Tuttavia, affermano sempre le fonti di AsiaNews, un gruppo composto da circa 100 giovani è riuscito ad arrivare nella penisola coreana: si tratta di ragazzi provenienti dalla capitale e dalla provincia dell’Hebei.

Giovedì, 14 Agosto 2014 – lettera43.it

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