Processo per l’inchiesta “oratori”: tutti assolti

Savona. Tutti assolti perché “il fatto non sussiste”. Si è chiuso senza condanne questa mattina il processo che vedeva a giudizio sei persone e ruotava intorno al presunto utilizzo indebito dei finanziamenti regionali mirati ad incentivare l’attività negli oratori e nelle parrocchie.

A giudizio c’erano Don Giovanni Ghilardi, Olga Bonifacino, Don Natale Poligato, Don Alessandro Capaldi, Don Giulio Grosso e Don Antonio Giusto. Nella scorsa udienza il pm Cristiana Buttiglione aveva chiesto una condanna per tutti (a dodici mesi per Don Ghilardi e a otto per tutti gli altri imputati), ma il Collegio del tribunale ha invece pronunciato una sentenza di assoluzione.

Il caso, ribattezzato come “l’inchiesta degli oratori”, intorno al quale ruotava il processo era esploso nel nel 2011 dopo che Don Giovanni Lupino aveva presentato un esposto in Procura a Savona sollevando dubbi sulla regolarità dell’utilizzo dei finanziamenti erogati dalla Regione.

Le indagini dei magistrati avevano portato il sostituto Cristiana Buttiglione a chiedere il rinvio a giudizio di undici persone tra parroci e presidenti di circoli. Richiesta che il giudice Giorgi aveva accolto soltanto per i sei imputati che erano poi finiti a giudizio: Olga Bonifacino, in qualità di presidente e legale rappresentante del circolo Anspi di Stella Santa Giustina, Don Natale Poligato, come parroco della chiesa dei SS. Martiri di Piana Crixia, Don Giovanni Ghilardi, come parroco della chiesa San Pietro e Paolo della frazione Voze (Noli), Don Alessandro Capaldi, come parroco Nostra Signora della Neve di via Saredo, Don Giulio Grosso, come parroco di Sant’Ambrogio Varazze, Don Antonio Giusto, come parroco Santa Maria dell’assunta di Celle Ligure. Altri tre imputati erano invece stati assolti in udienza preliminare “perché il fatto non sussiste”, mentre per altri due era stata pronunciata una sentenza di non luogo a procedere per prescrizione del reato.

L’accusa contestata ai sei imputati era di malversazione ai danni dello Stato perché, secondo la Procura, non avrebbero utilizzato (o non lo avrebbero fatto correttamente) i finanziamenti previsti dalla legge regionale numero 6 del 2009. Una norma che prevedeva l’erogazione di finanziamenti diretti a favorire l’attività di oratorio (“promozione delle politiche per minori e i giovani” e “valorizzazione e funzione degli oratori”).

Contestazioni che, questa mattina, sono cadute anche alla luce delle prove documentali depositate dai difensori degli imputati, gli avvocati Incorvaia, Corso, Somà, Altamura e Roseo. I legali, al termine dell’udienza, si sono detti tutti soddisfatti del risultato ottenuto. “Questo bando della Regione non fissava un termine entro il quale terminare i lavori e non fissava obblighi particolari sulle documentazioni contabili. Comunque abbiamo ampiamente dimostrato che gli interventi per i quali sono stati ottenuti i finanziamenti sono stati regolarmente svolti” ha precisato l’avvocato Roberto Incorvaia che assisteva Don Ghilardi.

“Tutti i soldi sono stati indirizzati fino all’ultimo centesimo per lo scopo del finanziamento erogato” spiega l’avvocato Andrea Corso, difensore di Don Giusto, che aggiunge: “Fa male che si possa arrivare ad indagare delle persone che non c’entrano nulla. Alla fine è stata fatta chiarezza e facciamo i complimenti al Collegio che ha saputo avere una corretta lettura della vincenda anche alla luce delle prove documentali fornite. Una volta tanto siamo arrivati ad un epilogo felice”.

Don Ghilardi era accusato di aver percepito ed utilizzato per altri fini il finanziamento da 27600 euro ricevuto per i lavori di una sala polifunzionale parrocchiale, un parco giochi e per il recupero del campo da bocce; Don Capaldi doveva rispondere dell’accusa di aver incassato 51800 euro per alcuni lavori mai iniziati e di aver investito parte di quel denaro (in data 18 dicembre 2008) in un fondo obbligazionario collegato al deposito titoli a lui intestato; Don Grosso secondo la Procura aveva investito i 37300 euro della Regione in lavori che non risultano destinati alle finalità previste; Don Giusto, sempre secondo il pm, aveva usato i 34100 euro erogati per la ristrutturazione di un edificio esistente per pagare le rate del mutuo relativo alla costruzione di un nuovo immobile proprietà della parrocchia.

Secondo quanto gli veniva contestato dalla Procura Olga Bonifacino avrebbe incassato circa 20 mila euro in tre tranche differenti e, dalla prima, avrebbe prelevato 10 mila euro per poi metterli sul suo conto personale, mentre gli altri due finanziamenti erano stati erogati per coprire alcune spese della parrocchia di Santa Giustina per la quale però era stato concesso un analogo contributo. A Don Poligato (prosciolto per alcune delle accuse contestate relative alla parrocchia di Dego) veniva invcee contestato di aver percepito un contributo da 30 mila euro per la parrocchia di Piana Crixia per lavori mai iniziati.

ivg.it

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