La rabbia, il rancore e l’odio nascono prima che i giovani aspiranti terroristi abbiano a che fare con l’Isis. E siamo sicuri che sia solo un caso che cresca proprio in una società dove tutto e tutti hanno un prezzo?

Saint-Etienne-du Rouvray. E dov’è? Ho preso Google e ho cercato. 28000 abitanti??? Cioè uno sputo sulla carta geografica. 28000 abitanti e ci fanno un attentato?? Ci sgozzano un prete?? E feriscono gravemente altre persone?

Poi apro la tv e tutti, ma proprio tutti: tranquilli è Isis, sì è Isis. Ci avevano provato anche pochi giorni fa dopo Monaco. Molti, moltissimi davano per certo che fosse Isis, fino a che la verità non è emersa. Ma anche dopo, alcuni continuavano a dire che comunque l’iraniano 18enne non poteva certo essere molto distante dall’Isis. Un mio amico era quasi scontento che non fosse Isis. Prima ancora Nizza, con un camion lanciato sulla folla, e il treno in Germania, feriti gravissimi a colpi di “machete”.

E’ vero, tranne uno, tutti gli altri atti di questa ferocia bestiale che non sembra finire, sono stati ufficialmente assunti dall’Isis. Ma sono stati generati dall’Isis? Piuttosto si deve riconoscere che siamo in presenza di quelli che sono stati definiti “lupi solitari”, giovani di seconda o terza generazione di immigrazione, nati cioè qui da noi, tutti con forti problemi di adattamento sociali, stracarichi di una rabbia antica, che trovano nell’Isis una specie di “utero diabolico” dentro a cui far crescere i loro deliri fino a renderli azioni. Rabbia, rancore, odio, che però sono generati fuori e prima che questi abbiano a che fare con l’Isis

Cosa sta succedendo allora? Forse è difficile davvero immaginare che dalla sede centrale del califfato dell’Isis, partano ordini precisi e specifici per colpire a Saint-Etienne-du Rouvray o su quel treno in Germania. Forse Al-Baghdadi o chi per lui, nemmeno sa dove e cosa sia questo paesino. Dobbiamo allora pensare che sono questi singoli individui che decidono di tradurre in azione un odio personale, covato per anni, e di cui nessuno attorno a loro si è reso conto e nemmeno si è fatto carico. E l’Isis è solo la possibilità concreta che dà corpo a questo delirio.

Ma allora mi chiedo: è davvero così diversa questa rabbia, questo rancore e questo odio, di questi pazzi “lupi solitari”, da quella del mio amico 36enne che da cinque anni sta combattendo disperatamente contro un organismo ecclesiale e contro un giudice corrotto, per vedersi riconosciuta l’eredità di suo padre? Chiaramente circonvenuto negli ultimi giorni di vita, fino a fargli redigere un testamento che lasciava tutto a questo organismo. Più volte, nella sua rabbia, ha invocato proprio l’Isis contro quelli che stanno cercando di portargli via il passato e il futuro. Basta la “copertura” Isis a rendere sostanzialmente diverse queste rabbie?

E che cosa dire allora del rancore devastante che moltissimi piccoli correntisti delle quattro banche, fallite da poco in Italia, si portano dentro? Una vita di risparmi “bruciati” dalla follia della gestione bancaria. Che cosa dire della rabbia che prende ogni giorno chi ha a che fare con “Equiltalia” che uccide le persone e parifica tutto e tutti, pretendendo pagamenti “tutto e subito” da chi è stato lasciato sul lastrico da una crisi di cui non è certo responsabile? Ma si potrebbe continuare a lungo.

Certo. Gli effetti finali sono molto diversi (almeno per ora). I lupi solitari dell’Isis uccidono gratuitamente. Gli altri no. Ed è una differenza reale. Ma se non abbiamo il coraggio di riconoscere che sia i lupi che i disperati sono figli di un sistema socio culturale che sta ammazzando le persone, ci continuerà a sfuggire che questi fenomeni non sono momentanei o accidentali (“è estate, il caldo dà alla testa…”). Questi fenomeni sono strutturali all’economia di oggi. Credete che non ci guadagni nessuno dal terrore diffuso?

Una società che pensa che sia giusto vendere qualsiasi cosa, in cui tutto e tutti hanno un prezzo, mercifica compiutamente la persona. Perché ci stupiamo se si uccide gratuitamente per rabbia? Se la persona non vale più nulla, questi assassini non fanno altro che portare alle estreme conseguenze il credo di base della nostra cultura: tutto intorno a te ha un prezzo. E tu sei un fascio di emozioni e basta. Lasciale andare. (Così noi possiamo venderti e farti comperare quello che ci pare!)

Sempre di più si mostra una verità scomodissima che non abbiamo il coraggio di vedere e di pensare sul serio. Se vogliamo che queste follie smettano, è il nostro delirio di base che va cambiato. Le difese ad oltranza, le condanne formali, l’appello all’unità dell’occidente… davvero fumo negli occhi… che impedisce all’occidente di guardarsi dentro e finisce per fomentare ancora di più i meccanismi sociali che generano appunto rabbia, rancore e odio. E se qualche politico, invece, all’ennesimo funerale avesse il coraggio di fare “mea culpa?”.

vinonuovo.it

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