Downgrade per Washington, cosa succede ora?

New York, 6 ago. (TMNews) – L'agenzia di rating Standard & Poor's ha tagliato il rating degli Stati Uniti da "Aaa", il massimo possibile, a un più modesto "Aa+", il gradino appena più basso. Cosa succederà ora? Nell'immediato, trader e investitori dovranno riconsiderare in tempo reale quello che è stato per decenni un assunto della finanza moderna e, nel breve termine, l'impatto potrebbe essere più psicologico che pratico. Le altre due principali agenzie, Moody's e Fitch Ratings, hanno lasciato invariata la propria valutazione e questo ha consentito ai titoli di stato americani di rimanere il terreno sicuro su cui si sono rifugiati gli investitori, preoccupati per la crisi in Europa e per le condizioni dell'economia americana. Ma la decisione di S&P potrebbe provocare un'ulteriore battuta d'arresto per una ripresa che non trova il giusto slancio, minando la fiducia degli investitori in un sistema politico che non riesce a trovare facilmente accordo su questioni che in passato sono state risolte con maggiore facilità. Il pericolo maggiore è quello di un effetto domino, con vari Stati americani e grandi aziende che potrebbero scivolare sulla stessa china di Washington. Resta poi da capire se i titoli di stato americani risulteranno meno appetibili per gli investitori stranieri, in particolare la Cina, il principale creditore degli Stati Uniti con bond per 1.160 miliardi di dollari. Cifra ancora più significativa se si considera che nel 1945 i creditori stranieri detenevano solo l'1 per cento dei bond americani, mentre oggi la percentuale è salita al record del 46 per cento, stando ai dati di Bank of America Merrill Lynch. Alcuni analisti ritengono che i titoli di stato americani non perderanno il proprio status con il downgrade, mentre altri pensano che gli Stati Uniti saranno ora costretti a pagare interessi più alti, perché considerati più rischiosi. Come risultato del downgrade alcuni fondi potrebbero liquidare una parte dei bond in loro possesso, soprattutto in presenza di regole rigide sul fatto di investire solo in asset con valutazione impeccabile, ma la maggior parte dovrebbe lasciare inalterati i propri investimenti. Banche e compagnie di assicurazione difficilmente dovrebbero accumulare più capitali a fronte delle proprietà in titoli di stato, ma il rating sui bond potrebbe risentirne: secondo JpMorgan Chase circa 4.000 miliardi di dollari di bond americani sono usati come garanzie collaterali da banche e trader sul mercato dei derivati e se queste non sono considerate di alta qualità, potrebbero essere necessari più contanti e titoli per calmare i creditori.

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