Palermo, frate esorcista a luci rosse: condannato a sei anni e dieci mesi

Padre Salvatore Anello palpeggiava le donne che chiedevano il suo aiuto. Già condannato un colonnello per abusi sessuali

Palermo, frate esorcista a luci rosse: condannato a sei anni e dieci mesi

Diceva di essere «il liberatore dal demonio». Padre Salvatore Anello, il prete cappuccino cappellano del Civico si presentava come «esorcista» e «guaritore». Invece, era solo un imbroglione in cerca di ragazzine e donne da abusare. Il collegio della seconda sezione del Tribunale, presieduto da Lorenzo Matassa l’ha condannato a 6 anni e 10 mesi di carcere. Il sacerdote dovrà anche risarcire le vittime, tre donne e una minorenne, che si erano costituite parte civile con l’avvocatessa Antonella Arcoleo. Per loro, il tribunale ha stabilito una provvisionale di 5.000 euro ciascuno.

Dice il legale: “Queste donne che ho avuto l’onore di assistere umanamente e legalmente, sono povere vittime di chi avrebbe dovuto invece tutelarle e sostenerle, oggi però sono loro che ringraziano la giustizia. Oggi – è l’appello dell’avvocatessa Arcoleo – colgo l’occasione per esortare tutte quelle persone che per paura passivamente diventano schiave del loro aguzzino, affinché denuncino gli abusi e i soprusi e confidino nella giustizia dalla quale avranno sempre piena tutela”.

Una vicenda amara quella che si è conclusa con la sentenza di oggi, venne scoperta dalla sezione di polizia giudiziaria della polizia di stato in servizio alla procura dei minori di Palermo, dopo la denuncia di una madre. Fu lei, tre anni fa, a scattare l’inchiesta del pubblico ministero Giorgia Righi, che ottenne l’arresto di padre Anello, ma anche di un colonnello dell’esercito, Salvo Muratore, condannato pure lui nell’ambito di un rito abbreviato, a sei anni e due mesi.

Padre Anello palpeggiava le vittime nelle parti intime durante le preghiere. Muratore, all’epoca in servizio alla caserma Turba, trasformava invece le preghiere in stupri. Due vittime dell’ufficiale avevano provato a parlare con un sacerdote. Per denunciare, per chiedere un sostegno, per provare ad arrivare al vescovo. Ma nessuno si mosse. E questo è il capitolo più drammatico di tutta l’inchiesta. C’era chi sapeva, all’interno della Chiesa di Palermo.

L’inchiesta ha raccolto le storie di tante donne alle prese con piccoli grandi problemi. Salute, lavoro, amore. Donne in ansia, donne spaventate, donne in cerca di aiuto. «Io credevo che il demonio potesse avere influenza su di me», ha detto una vittima. «Per questo a padre Salvatore avevo chiesto una preghiera di liberazione dall’influenza maligna». Donne smarrite. «Mentre mi toccava il seno e le parti intime era come bloccata, mi chiedevo: ma com’è possibile?». Donne aggrappate alla speranza di stare meglio. Una speranza che non poteva esserci.

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