Le speculazioni della Camorra sui pellegrinaggi a Medjugorje Inchiesta nata dopo l’arresto per violenza sessuale del prete esorcista Michele Barone
Anche i pellegrinaggi a Medjugorje nel mirino della camorra. La vicenda è accaduta a due imprenditori che volevano investire in viaggi spiriturali, visto il grande successo di questo settore, ma hanno dovuto cambiare idea perchè costretti dalle minacce fatte da gente vicina e per conto della camorra. E’ solo uno dei filoni emersi dopo l’arresto del prete esorcista Michele Barone, accusato di maltrattamenti e violenze sessuali.
L’allarme dell’inviato permanente del papa a Medjugorje, l’arcivescovo polacco Henrick Hoser, che ha denunciato gli interessi della camorra sui pellegrinaggi, parte da quanto raccolto dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere che, accanto all’inchiesta madre su abusi ed esorcismi, ha aperto un filone di accertamenti finanziari che hanno fatto maturare il sospetto che i clan napoletani si siano insinuati nel circuito dei pellegrinaggi, con interessi sui viaggi, sugli hotel e sulle guide.
Aleggia su tutta la vicenda una storia che risale al 2015, ovvero lo spettro delle tante sparizioni di pellegrini avvenute in Bosnia Erzegovina. È uno, in particolare, il giallo irrisolto e riguarda il sacerdote missionario Luciano Ciciarelli, monfortano di 79 anni di Civitella Casanova sparito il 2 agosto del 2015. Per le autorità bosniache il caso è chiuso, dichiarando il prete “disperso”.E’ emerso che Padre Ciciarelli stava trattando per la donazione di un terreno in una posizione privilegiata: ai piedi del Podbrdo, la collina dove le veggenti sostengono di vedere la Madonna, per un costo di 800 mila euro
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