Laici protagonisti. Ma ci sono anche i preti sposati da valorizzare nella Chiesa

Il Movimento internazionale dei sacerdoti lavoratori sposati invita i vescovi, il Papa e il Vaticano a valorizzare sempre più i preti sposati (ndr)

Quello appena trascorso è stato il primo Capodanno saluzzese per monsignor Cristiano Bodo. Il vescovo più giovane d’Italia, che il prossimo 30 luglio compirà 50 anni, ha iniziato il suo «lavoro» nella diocesi ai piedi del Monviso il 2 aprile scorso.

La notte di San Silvestro l’ha trascorsa nella cappella del vescovado, «per pregare per la mia gente – dice – e per il dono dell’episcopato, ricevuto nell’anno appena concluso».

Dopo i primi nove mesi alla guida della diocesi, monsignor Bodo sta preparando novità per il 2018 per tutta la comunità cristiana locale del Marchesato.

 

AUGURIO DI BUON ANNO

«Vorrei rivolgere – dice – l’augurio di un felice anno nuovo, affinché tutti quanti ci sentiamo interpellati dalla Parola di Dio, per sperimentare la bellezza dell’amore del Signore nella nostra comunità diocesana».

L’anno appena iniziato sarà segnato da un ruolo sempre più attivo dei laici. «Oggi in diocesi ci sono 105 sacerdoti – spiega Bodo -, compresi coloro che sono in pensione. Tra quindici anni, quelli che avranno tra 25 e 80 anni saranno 28. Siamo di fronte a svolte epocali per la Chiesa e in questi casi io dico sempre che bisogna pregare e confidare in Dio. I tanti laici già attivi nelle varie vicarie, saranno sempre più chiamati ad essere presenti nelle attività pastorali, di catechismo, organizzative delle parrocchie dove non c’è più un prete. I laici sono la primavera della nuova evangelizzazione».

 

TRASFERIMENTI IN VISTA

Nel 2018 il vescovo Bodo darà anche corso a spostamenti di sacerdoti e una riorganizzazione e ridefinizione territoriale delle varie «anime» diocesane. «Alcuni preti si ritireranno per raggiunti limiti di età – aggiunge – e quindi occorrerà effettuare dei trasferimenti, anche per equilibrare la presenza di clero giovane e meno giovane su tutto il territorio».

«A livello più generale – prosegue -, vogliamo iniziare a considerare le parrocchie in termini nuovi, in cui la struttura delle parrocchie stesse e dell’attività pastorale prendono un nuovo volto. Ridisegneremo le Unità pastorali in quelle che ho chiamato fraternità pastorali e troveremo persone per i ministeri laicali, la cui la formazione partirà tra la primavera e l’estate. Tutto questo significa che comunità vicine collaboreranno insieme per portare avanti le varie attività. Gli oratori, ad esempio, non saranno più presenti sotto ogni campanile, ma ogni “fraternità” riuscirà comunque a garantire l’assistenza e la formazione delle nuove generazioni in un unico luogo, meno dispersivo».

 

I BRACCIANTI DELLA FRUTTA

Dalla primavera, la Chiesa saluzzese tornerà in «prima linea» sull’assistenza dei braccianti africani della frutta. «La Diocesi – precisa monsignor Bodo -, attraverso la Caritas, attiverà un nuovo sito di accoglienza temporanea dei migranti, specie dei più deboli, offrendo un luogo di riparo, di ristoro e un presidio medico, un punto di appoggio per tutto il tempo in cui resteranno tra di noi, nei locali ex Ial, presso il Seminario di Saluzzo».

 

L’EMPORIO SOLIDALE

La «pastorale della carità» non riguarda solamente i migranti: «Ho individuato delle strategie operative – assicura il vescovo – per attuare delle soluzioni rispettose di ogni persona e situazione. Intanto, segnalo la continuità e l’importanza dell’Emporio solidale della Caritas, così come quella delle diverse realtà caritative nelle varie zone della diocesi».

 

LAVORI AL DUOMO

Un nuovo anno che inizia con un importante cantiere. «A giorni sta per essere avviato – aggiunge – il progetto di ristrutturazione del tetto e di rifacimento della facciata del Duomo. I fondi sono stati reperiti grazie all’apporto della Soprintendenza, dalla Fondazione Cassa di risparmio di Torino e di altre fondazioni bancarie, oltre ai fondi dell’8xmille destinati all’edilizia di culto. Man mano che si troveranno i fondi necessari proseguiranno i lavori, coniugando così il rinnovo della Cattedrale con quello della pastorale, per continuare a testimoniare il cammino di tutte le comunità diocesane».

lastampa.it

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