Taranto, al processo Ilva chiesta condanna per sacerdote

Taranto, 12 mag. (askanews) – Il procuratore aggiunto Pietro Argentino ha chiesto la condanna a due anni di reclusione per don Marco Gerardo, parroco della diocesi tarantina, accusato di favoreggiamento nel processo “Ambiente svenduto” sul disastro ambientale di Taranto causato dall’Ilva.

Il sacerdote è accusato di aver mentito agli investigatori della guardia di finanza nel corso delle indagini per coprire un presunto episodio corruttivo: una tangente da diecimila euro che l’ex responsabile delle pubbliche relazioni dell’Ilva Girolamo Archinà nel 2010 avrebbe consegnato al professor Lorenzo Liberti, ex preside del Politecnico di Bari, per “addolcire” una perizia che all’epoca il consulente stava preparando per conto della procura tarantina sulla diossina dell’Ilva. Secondo l’impostazione accusatoria, il parroco interrogato dai baschi verdi finse di andare ad informarsi dal monsignore Benigno Papa, ex arcivescovo di Taranto di cui era segretario, e mentì sulla dazione di denaro, dicendo che i diecimila euro dell’Ilva erano stati offerti dal siderurgico alla curia locale. Secondo la difesa, il prelato si recò effettivamente dal monsignore e riferì agli investigatori le informazioni ricevute, che riguardavano effettivamente un’offerta di diecimila euro ricevuta dalla curia locale in dono dall’Ilva nel 2010. L’udienza preliminare a carico di 52 imputati, 49 persone e 3 società accusati a caro titolo di associazione per delinquere, disastro ambientale ed avvelenamento di sostanze alimentari, si concluderà nel giro di altre due, tre udienze.

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