Suor Cristina. Sul rapporto spiritualità e musica, la letteratura agiografica è ricca di suggestioni

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Verrebbe da dire solennemente extra omnes, quel fuori tutti (in questo caso i media) prima del conclave . La vincitrice del team J-Ax, Suor Cristina Scuccia, non canta ma è in ritiro. Cosa c’è di strano? In fondo l’aveva detto a più riprese: «sono una suora e tale resterò». E chi avesse pensato di trasformarla in fenomeno di marketing musicale internazionale ora rosica dai nervi, perché la suora non si vede da tempo, ha rinnovato i voti giorni fa e latita dentro le mura del suo convento.  Il cortocircuito che in tanti non si aspettavano è clamoroso, considerato che la Scuccia è persino missing per la sua casa discografica, niente meno che la Universal Music, la major che – a seguito della vittoria al talent The Voice of italy 2 – l’avrebbe scritturata per un album e l’aspetta  da tempo. Ma per ora la suora dalla voce roboante, cliccatissima sul web e attenzionata persino da Alicia Keys e Whoopi Golberg, desidera “riposare” e dedicarsi alla sua missione. A questo punto viene da chiedersi perché mai abbia partecipato ad un talent show, detto con rispetto e altrettanta franchezza.

BASTAVA DISCERNERE – Abbiamo assistito al solito fenomeno mediatico fine a se stesso, senza un approdo. Se la posta in gioco era scegliere fra il palco o l’oratorio, allora la nostra straordinaria suora pop poteva risparmiarsi settimane di telecamere accese, di spasmodiche attese della “chiamata” di Papa Francesco il quale – saggiamente –  si adopera per telefonate molto più importanti e più cariche di significato. E avrebbe potuto cantare pregando in totale serenità di spirito. Il nesso poi di causa effetto – in televisione – è inscindibile: se vai davanti alle telecamere esse ti seguono inesorabili, poiché se offri il primo biscottino al cane poi non ci si può meravigliare se arriva il branco a mangiarti tutta la confezione.

In questo senso la suora ha superficialmente esercitato la sempre valida virtù della dia-crisis, quel discernimento sapienziale  esaltato sopratutto negli scritti ignaziani e di biblica memoria – che impone alla persona di ponderare una scelta per poi prendersi le responsabilità delle proprie azioni. Detto questo, l’ingenuità della religiosa  sta tutta qui, cioè nel non saper coniugare l’esigenza di una missione col mezzo utilizzato, la televisione,  e che amplifica in modo esponenziale le intenzioni.

MUSICA E SPIRITUALITÀ’ – Sul rapporto spiritualità e musica, la letteratura agiografica è ricca di suggestioni. Da Francesco d’Assisi che predicava in volgare e cantava  per le strade ,fino a Filippo Neri che inventò l’oratorio musicale, il racconto corale e strumentale di pagine bibliche poi ripreso da genialità come Bach o Lorenzo Perosi. Esempi di un registro che a suo tempo era molto pop e virale fra la gente.  In tempi contemporanei e più mainstream riscuote molto seguito, ad esempio,  il trio The priest, i sacerdoti irlandesi che con voce tenorile vanno in giro per il mondo senza tanto scomporsi sulla loro identità religiosa.  Suor Cristina potrebbe entrare nell’albo dei musicisti religiosi? Non lo sappiamo, nonostante i tanti clic su youtube per ora la religiosa è in totale switch off.  E’ vero che il silenzio è d’oro, ma non ditelo alla Universal Music, mi raccomando!

Giuseppe Trapani

wakupnews.eu

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