Foggia, molestò una bambina: pena ridotta al viceparroco

FOGGIA – Pena ridotta ad un anno e mezzo, riconoscimento dell’attenuante del fatto di lieve entità, ma colpevolezza confermata anche in appello per l’ex vice parroco della chiesa del «Sacro cuore» al rione Candelaro, condannato per le presunte molestie ai una bambina, che sarebbero avvenute nel confessionale nell’estate 2006.

Don Nicolangelo Rossi, 83 anni, originario di Pesco Sannita (Benevento), sin dal 2006 lasciò Foggia: per questa vicenda fu anche arrestato nel maggio 2007 e posto ai domiciliari per alcuni mesi. Ha inviato una lettera ai giudici della corte d’appello di Bari per ribadire la sua innocenza, cui i magistrati non hanno creduto condannandolo a 18 mesi con l’attenuante del fatto di lieve entità. In primo grado, sentenza del gup del Tribunale di Foggia del 13 maggio 2011, a don Rossi furono inflitti 2 anni, 2 mesi e 10 giorni per una delle 4 imputazioni contestate dalla Procura, mentre fu assolto perchè il fatto non sussiste dall’accusa di aver molestato altre tre bambine che si confessavano da lui.

Il pg chiedeva 2 anni; l’avvocato Michele Vaira, legale di parte civile per i genitori della bambina, si è accodato alla richiesta di condanna e commenta soddisfatto la sentenza: «interessa poco l’entità della pena, quello che premeva era la conferma della colpevolezza del sacerdote ribadita anche in appello. Ribadisco che ho avviato una causa civile per quanto successo, citando come responsabili civili l’istituto salesiano e la parrocchia del Sacro cuore».

L’avvocato Franco Ventarola, difensore dell’imputato, aveva fatto recapitare ai giudici un certificato medico per attestare il suo legittimo impedimento a partecipare all’udienza chiedendone il rinvio, che non c’è stato. Cala così il secondo sigillo giudiziario su una vicenda che destò clamore per il coinvolgimento di un sacerdote, pure arrestato dalla squadra mobile nel maggio 2007 e posto ai domiciliari su ordinanza del gip.

I fatti contestati risalgono all’estate del 2006 quando la parrocchia del «Sacro cuore» organizzò i giochi estivi. Nell’ambito di queste manifestazioni, c’erano anche attività di catechesi e spirituali. Una bambina che si confessò con don Nicolangelo tornò a casa turbata, si confidò con i genitori, raccontò d’essere stata toccata durante la confessione. I genitori prima si recarono in chiesa per chieder conto, poi in Procura.

lagazzettadelmezzogiorno.it

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