Como, il vescovo si scusa per il prete pedofilo

Dopo un lungo periodo di silenzio, monsignor Coletti torna a parlare del caso Mangiacasale: l’ecx sacerdote, reo confesso e condannato anche in appello, è stato ridotto allo stato laicale da papa Francesco

Chiede perdono alle vittime, alle famiglie e alla parrocchia di San Giuliano. Il vescovo di Como, monsignor Diego Coletti, dopo un lungo periodo di silenzio, torna a parlare della vicenda di Marco Mangiacasale, l’ex sacerdote ed ex capo economo della Diocesi lariana condannato in primo e secondo grado a tre anni e mezzo per violenza sessuale su cinque ragazzine. Un caso che ha spaccato profondamente la comunità cattolica comasca. E’ stato papa Francesco a decidere direttamente del destino di Mangiacasale, scegliendo la “dimissione dallo stato clericale” per “il bene della Chiesa”.

Una decisione quasi unica. Il caso poteva essere risolto con una decisione della Congregazione della dottrina della fede o con un decreto del presule comasco. Invece il Papa ha voluto di agire direttamente e, gesto ancor più clamoroso, lo ha fatto subito dopo la conclusione del secondo grado di giudizio. Mangiacasale, reo confesso, attende ancora che sia fissata la data dell’udienza in Cassazione. Le violenze sono avvenute ai danni di minorenni che frequentavano la parrocchia di San Giuliano a Como. La vicenda è esplosa con l’arresto il 7 marzo del 2012. Poco dopo monsignor Coletti aveva fatto sapere che il processo canonico era stato incardinato, quindi il silenzio assoluto. Fino a quando Repubblica ha dato notizia della decisione di Papa Francesco. Mangiacasale è stato spretato l’11 dicembre del 2013.

In queste settimane la Diocesi lariana è finita sotto un diluvio di polemiche. Il vescovo è stato accusato di non aver reso pubblica la decisione del Pontefice nonostante l’espressa richiesta delle famiglie delle vittime. Va detto che Coletti aveva assolto ogni obbligo, meramente formale, comunicando al sacerdote la dimissione dallo stato clericale e allertando i genitori delle ragazze. Non sono mancati colpi durissimi all’interno della Chiesa comasca. In primis monsignor Angelo Riva, vicario episcopale e direttore del settimanale della Diocesi, lo stesso che aveva accusato di coprofagia i giornalisti che si erano occupati del caso. “Don Marco non è un pedofilo – ha scritto in un editoriale online – non è malato, non è socialmente pericoloso. È un peccatore che ha commesso crimini per i quali è stato giudicato”.

Poi il successore di Mangiacasale a San Giuliano, don Roberto Pandolfi, che dopo due anni di silenzio ha criticato duramente i vertici della Diocesi. “Ho letto e riletto il commento di monsignor Angelo Riva – ha scritto sul sito della parrocchia – Ho letto la solenne affermazione che ‘la Chiesa di Como sa di volergli bene e di dovergli porgere il balsamo della misericordia’. Ma mi sarebbe piaciuto leggere anche che la Chiesa di Como sa di voler bene alle ragazze abusate da Mangiacasale”.

In queste ore il messaggio quaresimale del vescovo Coletti. “Rinnoviamo alle giovani vittime e alle loro famiglie la domanda umile e accorata di perdono per tutto il male che hanno dovuto subire”, ha scritto. “Grava sul mio animo la tristezza di non essere riuscito a far pervenire con chiarezza a queste famiglie la mia sollecitudine: intenzione che pure era nel mio cuore e per la quale ho lungamente

riflettuto e pregato”. “Il mio pensiero va anche a Marco Mangiacasale – conclude Coletti – Nulla può attutire la gravità delle sue azioni. Egli, però, rimane per tutti un fratello nella fede, da sostenere e accompagnare nel suo desiderio di redenzione”.

milanorepubblica.it

Traghettilines BOMPIANI 1+1 Abbonanti ad un 2024 di divertimento - Mirabilandia Pittarello - Saldi fino al -70% Frigo vuoto e voglia di vino? Te lo consegniamo in 30 minuti alla temperatura perfetta! Duowatt - Banner generici con logo Tekworld.it Bus Terravision Aeroporto Milano Malpensa Plus Hostels Transavia 2021 Radical Storage Bus notturno Fiumicino Aruba Fibra veloce Hosting Aruba - Scopri di più