La mancanza di libertà religiosa è spesso per le donne una delle tante sfide per i diritti umani

Notizie Avventiste/Libna Stevens – Per molte donne nel mondo, la mancanza di libertà religiosa è solo una delle tante sfide per i diritti umani che devono affrontare. Come far fronte a questi problemi e la domanda se la laicità fa aumentare o meno la libertà religiosa delle donne in tutto il mondo, erano al centro della discussione del gruppo di leader e delegati del 7° Congresso mondiale sulla libertà religiosa dell’Irla, che si è svoltop dal 24 al 26 aprile a Punta Cana, nella Repubblica Dominicana. Tutti meritano i diritti umani fondamentali, al centro dei quali vi è il diritto di credere e di esprimere liberamente le proprie convinzioni, ha affermato Amireh Al-Haddad, del North American Religious Liberty Association for Southern United States e moderatrice dell’incontro. Ha sottolineato che, a prescindere dalle sfide particolari all’interno di ogni cultura, la sensibilizzazione verso i temi dei diritti che riguardano in modo particolare le donne è fondamentale per fare dei passi avanti. “Le cose che diamo per scontato, come guidare o andare al negozio, sono vietate alle donne non in alcune società”, ha continuato Al-Haddad. In alcuni paesi dell’Africa, ha aggiunto, la situazione delle donne è notevolmente peggiore. Oltre alle restrizioni alle libertà fondamentali, vi è anche la pratica delle mutilazioni genitali femminili e una elevata prevalenza di violenza domestica, anche se questi abusi sono spesso considerati in queste società come una protezione verso le donne. “In alcune culture è molto difficile che la parità tra uomini e donne si faccia strada”, ha affermato Al-Haddad. “Non si tratta di cercare di imporre la libertà religiosa a nessuno, si tratta di essere interessati ai diritti fondamentali degli esseri umani”.
John Graz, segretario generale dell’International Religious Liberty Association (Irla), si è unito alla discussione e ha citato il caso di una madre (in un paese che ha scelto di non nominare) che si era convertita al cristianesimo dopo aver visto regolarmente un programma televisivo cristiano. Come diretta conseguenza delle sue nuove convinzioni, ha perso il lavoro, la famiglia e la casa. Graz ha anche parlato di una giovane madre in Pakistan che è stata imprigionata perché aveva parlato con altre donne su alcuni temi che sono stati erroneamente interpretati come inadempienti alle leggi sulla blasfemia del Paese. “Questi casi dimostrano chiaramente la violenza contro i diritti individuali”, ha affermato Graz. “Ogni individuo è creato uguale e dovrebbe essere rispettato. La libertà di espressione permette il rispetto delle differenze, senza violare i diritti individuali”.
La discussione si è inoltre concentrata su come aumentare la consapevolezza sugli abusi contro le donne. Tra i suggerimenti vi è stato quello di promuovere la libertà religiosa organizzando campagne di lettere o email, e avvertendo gli avvocati dei diritti umani dei casi in cui i diritti sono violati. La conclusione è, secondo Al-Haddad, che non si può risolvere un problema senza avere un consenso comune, conoscere le persone e la cultura. “È importante che riconosciamo le questioni dei diritti umani quando si presentano, in modo che possiamo portarle in primo piano e creare consapevolezza”.

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