Tangenti e rifiuti: il Pirellone nella bufera

A pochi mesi dalla vicenda delle presunte tangenti a Sesto San Giovanni, in cui è rimasto coinvolto Filippo Penati, ora a finire nel mirino degli inquirenti è l’altro vice presidente del Consiglio lombardo, Franco Nicoli Cristiani. Le accuse sono pesanti: traffico organizzato di rifiuti illeciti e corruzione.
In particolare, all’esponente del Pdl i carabinieri di Brescia hanno sequestrato due buste con 100mila euro in contati, e sono scattate le manette.
Alla base delle indagini, una tangente da 100mila euro per “ammorbidire” i controlli. Una pratica disonesta da ricondurre ad un altro arresto eccellente: quello del coordinatore degli staff dell’Arpa Lombardia, l’agenzia regionale deputata appunto al controllo e alla protezione dell’Ambiente. Oltre a Nicoli sono finite in manette altre 9 persone (compreso un altro bresciano, Gianbattista Pagani di Pontoglio) tra cui un dirigente del gruppo Locatelli spa di Bergamo, che lavora sia nelle infrastrutture stradali che nello smaltimento di rifiuti speciali. Tutte a vario titolo coinvolte nell’indagine avviata nove mesi fa dai pm Silvia Bonardi e Carla Canaia della procura di Brescia.
. Sequestrati la cava di Cappella Cantone, in provincia di Cremona, destinata ad una discarica di amianto, un impianto per il trattamento di rifiuti a Calcinate (Bergamo) e due cantieri della Brebemi a Cassano d’Adda (Milano) e Fara Olivana con Sola (Bergamo).
Gli arresti eccellenti di oggi non fanno che confermare l’esistenza di un gravissimo traffico illecito di rifiuti al Nord, che riguardano anche cave, discariche e cantieri autostradali. Traffico reso possibile per le collusioni tra criminalità e una certa che preferisce essere connivente del malaffare anziché contrastarlo. Ancora più inquietante che risulti coinvolta anche l’Arpa, che dovrebbe operare quotidianamente per la protezione dell’ambiente.
Franco Nicoli Cristiani, uno dei due vicepresidenti del Consiglio regionale della Lombardia è il secondo vice dell’assemblea del Pirellone a finire sotto inchiesta con accuse di corruzione in questa legislatura.
L’estate scorsa fu il caso delle presunte tangenti a Sesto San Giovanni a travolgere l’altro vicepresidente del Consiglio regionale, Filippo Penati, che poi si dimise dal suo incarico nell’Ufficio di presidenza e passò dal Pd al gruppo Misto, dove tuttora siede. Attualmente i due vicepresidenti del presidente leghista Davide Boni sono appunto Nicoli (Pdl) e la Democratica Sara Valmaggi, eletta a settembre al posto di Penati.
Sconvolta la politica regionale. “Ho piena fiducia nell’operato della magistratura”, ha commentato il presidente del consiglio regionale lombardo, Davide Boni, dicendosi profondamente colpito dalla notizia. “Confido nel fatto che il vicepresidente possa dimostrare l’estraneita’ ai fatti contestatigli”, ha aggiunto. Il capogruppo pidiellino Paolo Valentini riferisce di consiglieri “profondamente sgomenti” per quanto accaduto, ma invita a non affrettare commenti. “Sarebbe inopportuno – ha fatto notare – esprimere in questo momento giudizi sulla questione. Lasciamo lavorare serenamente la magistratura e lasciamo al vicepresidente del Consiglio regionale la possibilita’ di replicare alle accuse che gli vengono mosse e di chiarire la sua posizione”.
paneacqua.eu
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