Gli insorti verso Tripoli: "La fine di Gheddafi è vicina"
Bengasi, 20 ago. (TMNews) – Gli insorti libici sono certi che la fine del regime di Muammar Gheddafi sia ormai vicina, sebbene stiano incontrando resistenza a Brega, nell'est del Paese, all'indomani della conquista delle città di Zlitan e Zawiyah, rispettivamente 160 chilometri a est di Tripoli e circa 30 chilometri a ovest. A Bengasi regna "grande ottimismo" sulla prossima caduta di Tripoli, ha confermato a TMNews il rappresentante italiano presso il Consiglio Nazionale di Transizione (Cnt), Guido De Sanctis, sottolineando però come rimanga ancora un'incognita la reazione della popolazione della capitale all'avanzata degli insorti. Per questo motivo, lo stesso Cnt ha messo a punto un piano con l'intento di scongiurare violenze e caos nella capitale e ha dato istruzioni ai combattenti su come trattare con la popolazione.
Il presidente del Cnt, Mustafà Abdel Jalil, ha riferito oggi di aver avuto contatti con "la cerchia principale" dei collaboratori di Gheddafi, in base ai quali "sembra che la fine è molto vicina". "Prevedo una fine catastrofica per lui e i suoi uomini – ha aggiunto – mi aspetto anche che voglia creare una situazione di anarchia a Tripoli. Spero di sbagliarmi". In vista dei combattimenti nella capitale, Jalil ha quindi invitato gli abitanti a "proteggere la vita e i beni della popolazione", ma anche "le istituzioni e i beni pubblici". "Ogni distruzione ci costerà molto cara", ha aggiunto, precisando di aver dato istruzioni ai combattenti di non saccheggiare e "di proteggere e trattare con giustizia" tutti i soldati del regime che saranno fatti prigionieri o che si arrenderanno. "Siamo tutti libici", ha concluso.
Proprio per evitare caos e violenze, il Cnt ha definito un piano con le cellule presenti a Tripoli che mira a garantire il controllo di tutti gli impianti e i siti strategici della città, oltre a porto e aeroporto, a proteggere gli edifici pubblici, e a garantire un processo militare ai soldati e ai membri del governo di Gheddafi. Rimane l'incognita di quale sarà il destino del colonnello, mai come oggi così vicino "alla certezza della sconfitta", secondo il console italiano. Con la città accerchiata dai ribelli, sono poche le possibili vie di fuga per il colonnello, che ha tuttavia contattato diversi governi, nei giorni scorsi, per garantire un rifugio sicuro a moglie, figlia, nuore e nipoti.