Il pasticciaccio brutto di Pisani

Vittorio Pisani
Vittorio Pisani

I giornali ci hanno informati che l’ex capo della squadra mobile di Napoli, Vittorio Pisani, coinvolto nell’inchiesta su camorra e ristoranti, è indagato oltre che per favoreggiamento e divulgazione di segreto istruttorio, anche per corruzione. Non è certo una novità sconvolgente apprendere che un poliziotto fosse stato corrotto dalla mafia o dalla camorra. La storia criminale di questo e di altri paesi ci raccontano fatti e misfatti di uomini impegnati nella repressione del crimine che sono stati al servizio del crimine. Il cinema americano ne è una miniera inesauribile.
Tuttavia, ci sono casi che non sono catalogabili con il già visto. Ho letto che sull’opera del commissario Pisani era stata progettata una fiction e un magistrato come Raffaele Cantone, che ha operato a Napoli dopo il primo avviso di garanzia, ha scritto un articolo sul Mattino per dire che conosceva così bene l’opera di questo funzionario da indurlo a dubitare delle accuse mosse da altri magistrati. I quali invece insistono e muovono altre accuse pesanti, come la corruzione. Insomma l’uomo simbolo dell’anticamorra ora è accusato di essere a servizio di un pezzo di essa.
Storicamente non è una novità il fatto che funzionari dello Stato mantenevano rapporti con mafiosi “meno pericolosi” per ottenere informazioni sulla mafia emergente e più pericolosa: è il caso, a mio avviso, dell’ex questore Bruno Contrada. In questi casi è chiaro che c’è sempre un dare e un avere: tu mi dai un’informazione e io un porto d’armi o chiudo un occhio per reati “minori” – Contrada è stato accusato di avere ottenuto favori e di avere dato informazioni alla mafia – Il caso Pisani è simile, anche se a Napoli il suo nome, più di quello di Contrada, era un simbolo. Da qui lo sbalordimento di tanti che lo conoscevano. Ma, attenzione, i metodi a cui ho accennato sono stati considerati vecchi, inservibili e non più consentiti.
Anche perché oggi ci sono i pentiti che raccontano come stanno le cose, indicano complici e amici correi, individuano e accusano clan avversari. Dei pentiti e del pentitismo c’è ormai una letteratura e non è di questo che oggi voglio parlare.
Anche se Pisani che aveva usato (bene si dice) i pentiti di camorra è stato incastrato dalle dichiarazioni fatte dal boss camorrista Salvatore Lo Russo, suo ex confidente.
Insomma, una storia drammatica i cui esiti non sono ancora chiari e certi perché Pisani è solo indagato. Quando ho letto questa storia, come dicevo, la memoria mi ha ricordato molti altri casi, però, c’è un però: non so perché ma il clima politico e civile in cui viviamo, non mi ha provocato il turbamento che ho avvertito in altri momenti valutando altri casi.
Incredibile, ma ho pensato a Scilipoti. Cosa c’entra Scilipoti in questa storia? Niente, ma mi sembrano fatti vomitati e assorbiti dal clima scilipotiano, a un mondo dove tutto ormai sembra scambiabile. Scusate, ma è quel che ho pensato, ieri alle ore 16 dopo avere letto le novità sul caso Pisani.

di Emanuele Macaluso – il riformista

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