Preti sposati in Alto Adige germoglia il seme dell’innovazione
BOLZANO. Eravamo convinti di avere una chiesa piuttosto tradizionale e invece il sinodo diocesano ci racconta un’altra realtà. I numeri, infatti, dicono che la maggioranza dei partecipanti all’assemblea di religiosi (sacerdoti, frati e suore) e fedeli (laici impegnati nell’associazionismo cattolico o nelle parrocchie) strizzano l’occhio a un’idea di Chiesa più che progressista. La maggioranza, per dire, desidera l’eucaristia per i separati, abolirebbe l’obbligo del celibato e vorrebbe le donne almeno diacone, se non proprio sacerdotesse.
É un quadro particolare, dunque, quello che emerge da un confronto comunque coraggioso. Nel dettaglio, infatti, il 67% dei partecipanti afferma che il sacramento dell’eucaristia va aperto a tutti i battezzati con un 26% di contrari e 7% di astenuti. La comunione ai divorziati e risposati raccoglie ancora più consenso: 85% di voti favorevoli contro l’11% di contrari e 4% di astenuti. Ovviamente la possibilità del sacramento deve essere preceduto da un preciso percorso di maturazione in cui la persona impara dai suoi fallimenti, ammette le proprie responsabilità e s’impegna per una conclusione riconciliata del rapporto fallito.
Sorprende pure l’orientamento sul celibato dei sacerdoti. Ben il 62% dei presenti auspica che il vincolo del celibato venga abbandonato lasciando libera scelta ai preti. Sale, però, la quota di chi non ne vuole sapere raggiungendo il 33%. Molto più schiacciante la maggioranza che vorrebbe anche un decanato al femminile: 79% di consensi.
I numeri usciti dalle riunioni tenute all’Accademia Cusanus di Bressanone, insomma, delineano una volontà precisa della diocesi di Bolzano e Bressanone. C’è voglia di una modernità che possa aprire le porte anche alle nuove generazioni andando a colpire quelli che sono precetti tra i meno compresi dai ragazzi.
In ogni caso il sinodo non opera con gli stessi meccanismi che ci possono essere in un parlamento: la maggioranza, infatti, non impone dei cambiamenti ferrei, ma indica semplicemente una volontà di sviluppo. Si tracciano, insomma, i contorni di quella che dovrebbe essere la Chiesa dei prossimi anni, ma senza imposizioni. Tutto, comunque, sarà portato all’attenzione del sinodo sulla famiglia che si terrà a Roma. A confermarlo è lo stesso vescovo Ivo Muser: «Tutte queste indicazioni saranno recapitate direttamente sul tavolo dei vertici della Chiesa internazionale. Prendiamo atto che c’è una porzione di mondo cattolico che guarda al futuro senza tabù e senza restrizioni». In Alto Adige germoglia il seme dell’innovazione.
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