Preti sposati: una storia di vita in trasparenza. Un grande amore…

Preti sposati con un regolare percorso canonico come la storia di trasparenza e grande amore tra don Giuseppe Serrone e Albana Ruci. Giuseppe Serrone è originario di Termini Imerese ed è stato parroco in Provincia di Viterbo per dieci anni a Chia, il borgo reso famoso dalla presenza di Pier Paolo Pasolini. Albana Ruci è albanese originaria di Valona, Albania.

Giuseppe Serrone e Albana Ruci sono sposati e la loro unione è stata riconosciuta come matrimonio religioso a tutti gli effetti. Albana Ruci, sua moglie, più volte ha voluto ricordare la sua storia, quella di un rapporto di collaborazione con l’ex parroco per l’apertura degli oratori e dei centri estivi per i ragazzi. Anche nella puntata di Pomeriggio Cinque del 16 ottobre 2019 si sono fatte insinuazioni che rasentano la diffamazione e la calunnia. Albana Ruci ribadisce: “Venni ospitata presso la casa canonica con il permesso del vescovo Divo Zadi. Prima che io mi trasferissi nella casa canonica con mia madre don Giuseppe prese il suo letto ed andò a dormire in sacrestia, lontana dalla casa canonica 100 metri, sempre sotto il consiglio del vescovo che conosceva la situazione. Come donna non avevo bisogno di essere l’amante di don Giuseppe sotto il tetto della casa canonica, dato che don Giuseppe ed io eravamo grandi amici: non c’e realtà più umiliante per una donna di essere definita l’amante del prete, perché l’amore e la dignità dell’amore sono la forma più alta della conoscenza di Dio. E don Giuseppe, a quel tempo giovane teologo, non aveva proprio bisogno di spogliarsi di principi e valori per fare l’amore con una donna. La sua vita era piena di umanità”.

Quello che segue è la scelta di una vita coerente e limpida. Don Giuseppe si dimette e solo dopo aver riposto le vesti di parroco decide di convivere con la ragazza. “Dopo le dimissioni – racconta ancora la moglie – abbiamo inoltrato richiesta di dispensa dagli obblighi del celibato e subito regolarizzammo la nostra posizione con il matrimonio riconosciuto come matrimonio religioso dal Papa Giovanni Paolo II. Questo atto di matrimonio è pubblico. I sacerdoti con percorso regolare, come quello di mio marito, non hanno niente da nascondere alla verità per la loro vita alla ricerca dell’amore e di un limpido sentimento nel rispetto della figura di una donna, nel mio caso con problemi relativi all’immigrazione da regolarizzare. I veri uomini di chiesa non hanno bisogno di giustificare il rapporto tra il loro essere e il volto di una donna”.

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