Il Vaticanista de “La Stampa” e Vatican Insider Andrea Tornielli commenta l’intervista con Die Zeit di Papa Francesco che ha confermato di non voler modificare la disciplina sul celibato per la Chiesa latina ma considera la possibilità di discutere dei «viri probati».
Tuttavia nel resoconto dell’intervista Tornielli seleziona “ad hoc” i testi di Bergoglio (tirando così acqua al mulino dei tradizionalisti) e dimentica di citare altre affermazioni del Pontefice attinenti alla tematica della riammissione dei preti sposati (non citando neanche la visita del Papa alle famiglie dei preti sposati alla fine dell’Anno Santo).
Scrive il Vaticanista: “Nella prima intervista con un giornale della Germania, il colloquio pubblicato oggi da Die Zeit , il Papa ha ribadito di non aver intenzione di cambiare la disciplina ecclesiastica del celibato sacerdotale in vigore da lunghi secoli nella Chiesa cattolica di rito latino. Francesco ha riconosciuto che «la vocazione dei preti rappresenta un problema enorme» e «la Chiesa dovrà risolverlo», ma «il celibato libero non è una soluzione», né lo è aprire le porte dei seminari a persone che non hanno un’autentica vocazione. Non è permettendo ai futuri preti o a chi è già prete di sposarsi che si risolve il problema della crisi di vocazioni. «Il Signore ci ha detto: pregate. È questo che manca, la preghiera. E manca il lavoro con i giovani che cercano orientamento». Un lavoro «difficile» ma «necessario» perché «i giovani lo chiedono». Il Papa ha però anche dichiarato: «Dobbiamo riflettere se i viri probati siano una possibilità», e «dobbiamo anche stabilire quali compiti possano assumere, ad esempio in comunità isolate»”.
Tornielli usa in modo apologetico le parole del Papa e dimentica che proprio il criterio della “Salus animarum” consentirebbe ai preti sposati di poter amministrare i sacramenti se richiesti dai fedeli.