La frattura tra la Fraternità sacerdotale San Pio X (i lefebvriani) e la Santa Sede sta per essere ricomposta. L’accordo per l’istituzione della prelatura personale. Il Movimento Internazionale dei sacerdoti sposati invita Papa Francesco e i vertici vaticani a concedere ai preti sposati le stesse prerogative che si stanno concedendo ai tradizionalisti della Fraternità.
Il cammino di riavvicinamento, dopo il mini-scisma provocato dalle quattro ordinazioni episcopali illegittime celebrate da monsignor Marcel Lefebvre nel 1988, ha avuto inizio nell’anno 2000, quando i lefebvriani vennero in pellegrinaggio a Roma per il Giubileo. Giovanni Paolo II diede il suo assenso all’inizio di nuovi colloqui. I contatti si sono intensificati con Benedetto XVI, anche con l’esame delle questioni dottrinali aperte. Papa Ratzinger aveva prima liberalizzato l’uso del messale preconciliare e poi tolto le scomuniche ai quattro vescovi della Fraternità. Con Francesco, oltre al proseguimento dei contatti, c’è stato anche il passo di concedere ai preti lefebvriani di confessare non solo validamente ma anche lecitamente i fedeli durante il Giubileo della misericordia. Una concessione poi estesa senza più limiti temporali nella lettera «Misericordia et misera».
«In questo momento si sta lavorando per il perfezionamento di alcuni aspetti della figura canonica, che sarà la Prelatura personale». L’arcivescovo Guido Pozzo, segretario della commissione «Ecclesia Dei» incaricata del dialogo con la Fraternità San Pio X, conferma a Vatican Insider che la tappa della piena comunione con i lefebvriani si avvicina.