Bufera pedofilia, si dimette l’ex capo dei frati cappuccini

FRIBURGO – L’ex capo dei cappuccini elvetici Ephrem Bucher si è dimesso dalla commissione di esperti della Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS) “Abusi sessuali in ambito ecclesiale”. Nei giorni scorsi era emerso che aveva saputo degli abusi commessi da un cappuccino pedofilo su Daniel Pittet, un padre di famiglia 58enne che li ha ora resi noti in un libro, pubblicato (anche in italiano) con la prefazione di papa Francesco.

L’informazione, riportata oggi dal “Blick” e da “Le Matin”, è confermata anche sul sito internet della CVS Kath.ch, in cui si precisa che Bucher ha dato le dimissioni il 15 febbraio.

I due giornali avevano riportato lo stesso giorno sue dichiarazioni di rammarico per la tolleranza dimostrata dalla gerarchia ecclesiastica verso il pedofilo plurirecidivo (sarebbero decine le sue vittime), che ha oggi 76 anni ed è tuttora frate in un convento della Svizzera tedesca. Pittet aveva infatti denunciato già nel 1989 al predecessore di Bucher gli abusi, avvenuti quando era un chierichetto tra il 1968 e il 1972: «Sin dal 1990 si sarebbe dovuto indagare maggiormente sulla faccenda invece di trasferirlo e io avrei dovuto segnalare il suo caso alle autorità», ammette ora Bucher.

Il 73enne religioso lucernese, oggi guardiano (padre superiore) del convento dei cappuccini di Mels (SG), era stato padre provinciale dei cappuccini svizzeri dal 2001 al 2004 e dal 2007 al 2013 ed era stato nominato nella commissione sugli abusi sessuali tre mesi fa.

L’attuale provinciale dei cappuccini Agostino Del Pietro deplora a sua volta che i suoi predecessori non abbiano denunciato il pedofilo. «Ma nei circoli ecclesiastici si pensava allora con i trasferimenti si potesse risolvere il problema», afferma in una intervista al sito della CVS in tedesco Kath.ch.

Il caso denunciato da Pittet era già venuto alla luce agli inizi del 2008. Già allora Ephrem Bucher, nella sua qualità di padre provinciale dei cappuccini, aveva espresso il suo rammarico: «Siamo anche noi responsabili in quanto cappuccini, perché all’epoca non abbiamo agito come avremmo dovuto», aveva dichiarato ai microfoni della radio romanda RSR.

Nicolas Betticher, allora portavoce e, dal primo gennaio 2008, anche vicario generale giudiziario della diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo, aveva ammesso persino una «complicità» della Chiesa nella recidiva del prete pedofilo.

tio.ch

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