Lettera al Papa: ” Il pedofilo è un criminale e quando lo tratteremo come tale, forse, questa società si salverà”

In seguito alle recenti dichiarazioni di Papa Francesco sul tema della pedofilia, l’associazione Prometeo Onlus – coordinamento nazionale vittime pedofilia ha deciso di rispondere con una lettera aperta indirizzata al Pontefice. Ecco il testo.

Carissimo Papa Francesco,

Le scrivo queste poche righe al termine di una lunga giornata di lavoro, che mi ha portato a stare insieme ad una sessantina di vittime di abusi sessuali. Diverse le loro storie, diversi gli abusanti (padri, madri, zii, fratelli, vicini di casa, maestri, il male non ha confini quando deve manifestarsi) diverse le età e le provenienze geografiche, dalla Sicilia al Piemonte, uguali invece il loro dolore e la loro solitudine.

Ma anche la loro forza. Che le ha portate a resistere per esistere. Alcuni giorni fa il Corriere della Sera ha riportato lo stralcio di una sua più ampia intervista, dove ha dichiarato tra l’altro che “su 4 persone che abusano, 2 siano state abusate a loro volta” e che la pedofilia “è una malattia, se non siamo convinti, non risolviamo il problema”.

Mi permetta di dirle che l’hanno male informata. I miei 20 anni di esperienza, ma soprattutto studi scientifici provenienti da ogni parte del mondo dimostrano che non è così. Il bambino abusato sa il male che ha ricevuto e, non essendo affatto malato, quel male non lo sceglie. Decide di non sceglierlo. Perché sa quanto laceri le carni e l’anima.

E, malgrado gli ostracismi a cui va incontro, sceglie il bene. Il pedofilo è un criminale e quando lo tratteremo come tale, forse, questa società si salverà, perché comincerà a fare nuovamente i conti con il male e con il nostro bisogno di sconfiggerlo.

Il comandante di Auschwitz o il terrorista dell’Isis, rei di spazzare via scientificamente migliaia di vite, li consideriamo forse malati? Alcuni giorni fa lei ha detto che “ci si può arrabbiare con Dio”, le vittime degli abusi (anche da parte di sacerdoti, lasciati sul posto e mai rimossi) non si arrabbiano più. Né con lui né con Lei.

Hanno già sprecato rabbia e dolore per troppo tempo. E oggi, mi creda, glielo dico col cuore in mano, non sono replicanti del male, ma esempi unici di cosa voglia dire subire il male ma poi perseguire il bene. Chissà, magari un giorno Lei accetterà la nostra richiesta e ci incontrerà per conoscerci meglio. Se dovesse accadere sono certo che capirebbe il perché di questo mio sfogo ed avrebbe anche una diversa e reale percezione del problema.

Essere vittima di abusi può portare ad una sofferenza che dura una vita intera. Oppure ad una rinascita. La differenza sta tra trovare qualcuno che ti creda e ti tenga la mano o imbattersi solo in porte chiuse o peggio ancora complici.

Un caro saluto, una preghiera per Lei e la speranza che anche Lei si ricordi di noi nelle sue preghiere.

Massimiliano Frassi
Presidente Ass. Prometeo
Coordinamento nazionale vittime pedofilia

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