Circonvenzione d’incapace ai danni di una ex parrocchiana ottantenne di Ceriale ed appropriazione indebita di denari (quasi 78 mila euro) dai conti della Caritas diocesana di Albenga. Don Carmelo Licciardello, attualmente parroco a Dolcedo, è stato rinviato a giudizio dal giudice delle udienze preliminari Maurizio Picozzi per il 19 febbraio davanti al giudice Emilio Fois e al 12 aprile davanti al collegio per il buco nero alla Caritas ingauna. In quell’occasione, alla sbarra ci saranno anche don Renato Rosso, prete loanese ed Antonella Bellissimo, attuale presidente del centro ascolto diocesano.
Come per don Licciardello, anche la Bellissimo e don Rosso, l’ipotesi d’accusa del pubblico ministero Chiara Venturi è di appropriazione indebita. Secondo le indagini condotte dalla guardia di finanza di Albenga guidata dal capitano Cristian Cocola, l’ex direttore della Caritas e il suo personaggio di fiducia avrebbero sottratto dai conti diocesani rispettivamente 700mila euro e 300mila euro. Dalle perquisizioni nella stessa sede dalla Caritas ingauna e dai controlli bancari la finanza avrebbe accertato la presenza di almeno 10 conti correnti di proprietà di don Rosso nei quali sarebbero circolati soldi presi dai conti Caritas.
Nell’udienza preliminare il giudice Picozzi ha ristretto l’arco temporale della presunta appropriazione dal dicembre 2009 al 2012, considerando prescritti gli episodi tra il 2005 e il 2009 appunto, mentre sono rimasti in piedi tutti i capi d’imputazione concernenti la truffa e la malversazione ai danni dello Stato.
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