Mons. Riboldi in difesa dei preti sposati

Nell’ agosto del 1993, in difesa dei sacerdoti sposati è sceso in campo il vescovo di Acerra, Monsignor Riboldi. In un’ intervista, l’ alto prelato sostenne che “i preti che lasciano il sacerdozio per sposarsi non devono essere emarginati o indicati come fossero delinquenti”. Ma in quell’ occasione Don Riboldi avvertì anche che “la Chiesa non intende scendere a patti sul celibato dei sacerdoti cattolici: questo è il pensiero del Santo Padre, ripetuto e ribadito. Il problema dei preti che si sposano va dunque risolto nel senso che occorre ottenere per loro un trattamento ‘ pari’ nella società, consentendo loro di uscire dall’ ‘ anonimato’ . La Chiesa – concluse il presule – non ignora la situazione di nuclei familiari clandestini: se si tratta di mettere a posto un vincolo, di regolarizzare un matrimonio, una scelta, in certi casi con prudenza lo si fa quando anche il vescovo lo suggerisce”. Nello stesso periodo, sempre nell’ agosto dell’ 83, un’ altra manifestazione in San Pietro aveva riproposto il problema in modo eclatante ai vertici ecclesiali: cinque donne, amanti segrete di altrettanti sacerdoti, si erano recate in Vaticano per sostenere, davanti al Papa, la causa dei preti sposati.

 

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