Prete abbandona parrocchia, da cassa mancano 200mila euro

Un ammanco dietro l’abbandono del servizio sacerdotale da parte di don Flavio Gobbo, parroco di Spinea (Venezia). Ma la diocesi smentisce: “Pausa concordata”. È il terzo sacerdote veneto a lasciare la tonaca in un mese

Potrebbe esserci un ammanco di almeno 200 mila euro dalle casse parrocchiali dietro l’abbandono del servizio sacerdotale da parte di don Flavio Gobbo, parroco di Spinea (Venezia). Dopo aver lasciato nei giorni scorsi una missiva, letta dal cappellano ai parrocchiani, in cui si limitava a spiegare di volersi prendere un periodo di riposo “a causa di una situazione di affaticamento”, nelle ultime ore stanno circolando altre ipotesi – come quella economica, ma non solo – sulla sua sparizione.

Ma la diocesi di Treviso, in una nota, smentisce: “Nessuna scomparsa. Ma una pausa concordata” con il Vescovo. E “nessun abbandono” del sacerdozio. “Don Flavio continua a rimanere in contatto con i suoi superiori”. La diocesi ricorda poi, in riferimento alle questioni economiche della parrocchia, con un bilancio che secondo notizie di stampa dopo anni avrebbe visto un passivo piuttosto consistente, che “tutti i parroci quando lasciano la parrocchia, anche temporaneamente, presentano la rendicontazione economica all’ufficio amministrativo diocesano, giustificando con i superiori le spese sostenute. E così ha fatto don Flavio in questi giorni”. Viene escluso poi qualsiasi tipo di legame tra i presunti comportamenti di una collaboratrice della parrocchia, di cui si sarebbe vociferato in paese, “con la gestione economica della parrocchia stessa”.

Al di là delle rassicurazioni della diocesi, la vicenda ha scosso la comunità parrocchiale. Nei giorni scorsi s’erano diffuse diverse versioni sull’uscita di scena del sacerdote. Secondo alcune voci, dalla cassa della parrocchia dei Santi Vito e Modesto sarebbe sparita una somma ingente, uscita un po’ alla volta in un anno e mezzo. Secondo altre voci, una parte del denaro sarebbe addirittura finita alla governante del parroco, la perpetua che era nota per avere il vizio del gioco delle slot machines. Ma nessuna di queste ipotesi ha trovato al momento riscontro. E dunque per porre fine a voci e illazioni è intervenuta la nota chiarificatrice della diocesi.

Quel che è certo è che si tratta del terzo parroco in un mese in Veneto, dopo don Marco Scarpa, a Venezia (che ha scelto fare coming out addirittura dal pulpito, raccontando il risvolto affettivo del suo abbandono) e don Alberto Bernardi, del Sacro Cuore di Treviso.

repubblica.it

 

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