Breccia di Porta Pia, dopo 146 anni è ancora scontro tra laici e cattolici

È scontro politico, tra laici e cattolici, sul 20 settembre Festa del Risorgimento. A scatenare la polemica (a tre giorni dal 146esimo anniversario della Breccia di Porta Pia), è stata l’iniziativa di Luca D’Alessandro, deputato di Ala, che ha depositato ieri alla Camera una proposta di legge per ripristinare, il 20 settembre appunto, la Festa del Risorgimento.

La data della Breccia di Porta Pia simbolo della nascita dell’Italia unita – va detto – fu festeggiata fino al 1930, quando fu cancellata dai Patti Lateranensi voluti da Mussolini. Papa Pio XI chiese allora (ma invano) anche la cancellazione dalla toponomastica delle città italiane delle vie ‘XX Settembre’.

Iniziativa bipartisan. L’idea di ripristinare la celebrazione del 20 settembre, va detto, è bipartisan, in quanto anche i deputati di Possibile, Pippo Civati e Andrea Maestri, hanno chiesto al governo, con un’interrogazione parlamentare, il ripristino, per quella data che decretò la fine dello Stato Pontificio quale entità storico-politica, di una festa che loro vorrebbero dedicare, senza tanti giri di parole, alla “Laicità”. Il 20 Settembre è celebrato ogni anno anche dai Radicali che, durante il presidio a Porta Pia di 3 giorni fa, hanno denunciato come “i privilegi fiscali, lo scandalo dell’otto per mille e la continua ingerenza nella politica dimostrino quanto ancora gravi il peso del Vaticano sulla vita dei cittadini italiani”. D’accordo anche i massoni del Grand’Oriente d’Italia (presenti 3 giorni fa alle cerimonie commemorative di Porta Pia). Spiega il ‘fratello’ Carlo Ricotti: “Con il ripristino della festa, sarà superata una contrapposizione tra ‘muratori’ e Chiesa cattolica che ormai non ha più senso”.

Binetti, Ap: “Quella data vulnus per Roma”. Ma queste iniziative sono state prese come una provocazione dai politici della parte del centro-sinistra più vicina alla Chiesa cattolica. Da Paola Binetti ad esempio, deputata di Area Poplare. “Pur tra varie perplessità sulla effettiva necessità di inventare un’altra giornata commemorativa – ha attaccato Binetti – la peggior data possibile per ricordare il Risorgimento resta il 20 Settembre. Giornata che, almeno a Roma, oltre al Risorgimento rievoca una profonda spaccatura Stato-Chiesa, che ha richiesto anni per essere sanata. Non vorremmo che finisse col ricordare anche quelle ferite, vero vulnus per la nostra città”.

D’Alessandro: “Per ricordare ai giovani la storia”. Il deputato D’Alessandro (che precisa di “non essere massone”), motiva così la sua pdl: “Obiettivo della proposta di legge – spiega – è riconoscere il 20 settembre quale ‘Giorno del Risorgimento’ italiano per la celebrazione degli avvenimenti che nel corso del XIX secolo portarono alla nascita dell’Italia come unica entità statale”.

Binetti: “Un risorgimento economico”. “L’Italia – ha replicato Binetti – più che di un giorno del Risorgimento, avrebbe bisogno di un vero e proprio risorgimento economico-industriale. Il Risorgimento è stato

anche occasione di unità tra i tanti stati e staterelli che componevano l’Italia di allora. E per quel che si capisce, anche l’Italia di oggi ha bisogno di ritrovare unità e coesione sociale, superando il frazionamento che crea tante discriminazioni tra gli italiani”.

repubblica.it

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