“Protestanti e cattolici insieme cinque secoli dopo la Riforma”

CATTOLICI e protestanti insieme in un grande evento a Roma, nel novembre dell’anno prossimo, per celebrare i 500 anni della Riforma. Questo è il momento a cui si preparano i valdesi che ieri hanno chiuso  a Torre Pellice la settimana dedicata al Sinodo delle Chiese valdesi e metodiste. I prossimi dodici mesi saranno un fitto susseguirsi di appuntamenti di riflessione per avvicinarsi al 31 ottobre 2017 quando ricorrerà il cinquecentenario dell’affissione delle 95 Tesi di Martin Lutero a Wittenberg. Un momento anticipato quest’anno dalla partecipazione di papa Francesco, al 499esimo anniversario che sarà celebrato a Lund, in Svezia: «Dalla primavera in poi ci saranno date significative di dialogo anche culturale. Dal 3 al 5 giugno a Milano avremo una manifestazione nazionale in cui presenteremo i nostri lavori come chiese protestanti che ci porterà verso ottobre e novembre», racconta Eugenio Bernardini, dal 2012 moderatore della tavola valdese.
Il pastore piemontese traccia un primo bilancio di queste giornate di riflessione. Momenti di solito animati da grande gioia e voglia di condivisione, funestati quest’anno dalle notizie del terremoto in Centro Italia: «Una tragedia che in questi giorni ci accompagna. Da mercoledì tutte le mattine nel culto che apre la giornata, il nostro pensiero costante va alle vittime e a chi ha perso tutto — dice il moderatore — Abbiamo aperto una sottoscrizione per aiutare le popolazioni, come avevamo già fatto in passato, ma c’è stata anche una riflessione sull’importanza della prevenzione ».
La guerra e il terrorismo e le sfide del confronto con l’Islam sono stati al centro di queste giornate: «Il dialogo con alcune comunità islamiche si sta rinsaldando. Solo con il confronto si può raffreddare questa guerra che qualcuno vorrebbe tra religioni e culture, ma che tale non è. Per farlo è importante che ci sia una posizione netta di tutti i cristiani». Dall’inizio del suo incarico Bernardini lavora a quel percorso di avvicinamento ecumenico che ha portato alla storica visita di papa Francesco nel tempo valdese di Torino nel giugno 2015: «Quello è stato un momento simbolico fondamentale. Il papa ha dimostrato la sua disponibilità a mettersi in gioco con noi conferma — Non si tratta però solo di una questione di immagine o di scelte dei vertici, dalle diverse regioni italiane ci arrivano segnali continui di passi avanti. Dalle diocesi italiane arrivano richieste continue di collaborazioni e di incontro».
Non solo argomenti teologici, su cui Bernardini spiega «ci vuole tempo e pazienza», ma temi concreti su cui cattolici e valdesi si trovano a lavorare fianco a fianco: «Prima vengono le esperienze e le pratiche piuttosto che le questioni teologiche. Sull’accoglienza ai migranti ci troviamo non solo pienamente d’accordo con le posizioni

espresse da Francesco, ma anche nelle attività nei territori spesso collaboriamo con le parrocchie e le associazioni cattoliche». Un’unione d’intenti che è culminata con il “mini” corridoio umanitario che il Santo Padre ha realizzato durante la sua visita all’isola di Lesbo: «Durante la nostra visita in Vaticano gliene avevamo parlato e ci ha fatto piacere che abbia accolto l’appello della delegazione valdese ».

torino.repubblica.it

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