Indiscrezioni al Sinodo. “Sgridati” i vescovi polacchi

ilsecoloXIX

Città del Vaticano – Papa Francesco ha denunciato oggi la «presenza del Diavolo» dietro alle manovre e alle misitificazioni che starebbero tentando di condizionare il Sinodo.

Già martedì scorso il Pontefice aveva parlato dei rischi di una «ermenutica cospirativa», alludendo in modo trasparente a chi gli attribuisce (su blog e siti) retropensieri e intenzioni irresponsabili; oggi, pure senza citare esplicitamente il Sinodo, ha spiegato che «interpretare male chi fa il bene, calunniare per invidia, tendere trappole per fare cadere… tutto questo non viene da Dio, ma dal Diavolo».

Commentando l’episodio di Gesù che, scacciando il Diavolo, restituisce la parola a un muto, ma viene accusato di agire «per mezzo di Belzebù», Bergoglio ha spiegato che «alcuni per invidia, altri per rigidità dottrinali, altri perché avevano paura che venissero i romani e facessero strage: per tanti motivi cercavano di allontanare l’autorità di Gesù dal popolo, anche con la calunnia»; secondo il Papa, la fede autentica aiuta a «sapere discernere le situazioni»: ciò che viene da Dio e ciò che viene dal Diavolo, che «sempre cerca di ingannare» e «di farci scegliere una strada sbagliata».

«La Chiesa – ha ricordato ancora Bergoglio nell’omelia pronunciata poco prima di raggiungere l’Aula Sinodale – consiglia sempre l’esercizio dell’esame di coscienza: cosa è successo oggi nel mio cuore, oggi, per questo? È venuto questo Diavolo educato con i suoi amici da me?». Per il Papa, insomma, serve «discernimento: da dove vengono i commenti, le parole, gli insegnamenti? Chi dice questo? Discernere e vigilare, per non lasciare entrare quello che inganna, che seduce, che affascina. Chiediamo al Signore questa grazia, la grazia del discernimento e la grazia della vigilanza».

Proprio oggi, forse in relazione a questo, i padri sinodali polacchi sono stati richiamati all’ordine dal segretario generale, Lorenzo Baldisseri, perché avrebbero vìolato la riservatezza sui lavori del Sinodo: secondo quanto spiegato dal portavoce del Vaticano, padre Federico Lombardi, «la pubblicazione di sintesi degli interventi fatti dai padri sinodali per iniziativa di altri non è permessa. Ognuno può pubblicare il suo intervento autonomamente, ma non è previsto che faccia conoscere gli interventi degli altri. Si tratta di una norma comune, e tutti debbono rispettarla».

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