CASERTA: IL VESCOVO “GENDARME” CACCIA GLI SCOUT DALL’EPISCOPIO

38067 CASERTA-ADISTA. Ma l’accoglienza nella Chiesa cattolica è un valore o no? Domanda retorica a tutta prima, dal momento che il papa non fa che parlare della necessità di contrastare la cultura dello “scarto”, ha invitato gli istituti religiosi ad aprire i loro conventi vuoti ai migranti, ha addirittura recentemente promosso un servizio di docce, barbiere e parrucchiere per le persone in difficoltà all’interno delle stesse mura in Vaticano. Poi però, girando per le diocesi italiane, si scopre che spesso ciò che è proclamato a parole non è praticato nei fatti. E non solo nei confronti delle persone lontane, degli emarginati, dei clochard, dei migranti. Ma addirittura di gruppi cattolicissimi.

È successo a Caserta, il 14 febbraio scorso, e la notizia ha fatto nelle successive settimane il giro della diocesi, e non solo, seppure non ripresa dalla stampa. Il vescovo, mons. Giovanni D’Alise, ha cacciato dall’episcopio e dal seminario nientemeno che gli scout. Era sabato, e nei locali dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose collocati al primo piano dell’episcopio e nel refettorio del Seminario al piano terra si erano radunati i gruppi clan della diocesi con circa 100 ragazzi e ragazze di età compresa tra i 16 e i 20 anni. L’incontro, che doveva durare dal pomeriggio di sabato alla domenica, è stato interrotto dall’arrivo del vescovo D’Alise il quale, rientrato in episcopio intorno alle 22, prima di raggiungere il proprio appartamento di circa 400 metri quadrati al terzo piano del palazzo, ha trovato gli scout in riunione al piano terra, nella mensa del Seminario (attualmente vuoto perché da anni non ci vivono più seminaristi). Sorpreso ed irritato, il vescovo si è rivolto con toni alterati ai capi scout presenti, dicendo loro che dovevano andar via immediatamente. Inutili sono state le precisazioni sui permessi regolarmente ottenuti; D’Alise è stato inflessibile ed ha ribadito che – autorizzati o meno – non voleva estranei in casa sua. A quel punto, i capi scout gli hanno fatto notare che a quell’ora di sera era impossibile far arrivare 100 ragazzi nelle loro case. Il vescovo ha allora concesso che i ragazzi restassero a dormire come programmato nelle aule dell’Istituto, a condizione che entro le 7 del mattino successivo fossero tutti fuori. Così, la domenica mattina, gli scout hanno proceduto a “sgomberare” l’episcopio, raggiungendo la sede di uno dei gruppi scout cittadini, dove hanno potuto continuare il loro incontro.

Al racconto dei loro figli, le famiglie degli scout sono rimaste incredule; ma la conferma – se ve ne fosse stato bisogno – è arrivata alcuni giorni dopo, con una circolare nella quale il vescovo dichiara sospese tutte le attività che utilizzano locali dell’episcopio dal sabato mattina alla domenica sera; chiusura che riguarda gruppi parrocchiali, scout e altre associazioni cattoliche. Allo stesso modo, anche la sala della biblioteca diocesana, pressoché l’unica struttura cittadina disponibile per la presentazione di libri e l’organizzazione di convegni, rimarrà chiusa in tutti i fine settimana. A scapito di quel valore dell’accoglienza tanto esaltato dal papa, D’Alise sta inoltre progettando la realizzazione di cancelli di ferro da aggiungere alle porte blindate per l’accesso al suo appartamento e ad alcuni uffici.

La circostanza che rende ancora più paradossale l’episodio occorso agli scout casertani è che, dopo quella piazzata, la domenica successiva, il vescovo si sia recato a celebrare una messa nel paese di Marcianise in occasione del ThinkingDay, la Giornata del pensiero in cui ragazze, ragazzi e guide festeggiano il compleanno di Baden Powell, fondatore dello scautismo. La celebrazione casertana si è tenuta presso la tensostruttura PalaMoro dell’Istituto Comprensivo Statale “Aldo Moro”, dove alle 9.30 D’Alise si è recato per celebrare la messa, alla fine della quale non ha disdegnato di ricevere una busta con 300 euro, a mo’ di offerta.

Così, appena un anno dopo il suo insediamento – avvenuto nel marzo 2014 – le speranze suscitate in diocesi dall’arrivo del nuovo vescovo si sono dissolte e il solco tra lui, il clero ed i fedeli si è fatto profondo. La messa che il vescovo celebra in Duomo la domenica mattina è ormai quasi del tutto disertata dai casertani; D’Alise gira per la diocesi solo in auto, e con un autista alla guida. Assente e silente rispetto alle gravissime emergenze sociali e ambientali della città di Caserta, sembra invece prestare particolare attenzione al controllo ed all’accentramento di tutte le attività che si svolgono in diocesi. Recentemente ha comunicato che visiterà senza preavviso, in orario di catechesi, le singole parrocchie per interrogare coloro che si preparano al sacramento della cresima. Questo annuncio ha suscitato irritazione nei parroci e preoccupazione nei cresimandi, che stanno diradando le presenze ai corsi per paura dell’“interrogatorio” del vescovo. Il vescovo ha comunque preannunciato che esaminerà personalmente tutti i cresimandi prima dell’ammissione al sacramento.

 

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