Vaticano Forse nelle prossime ore un nuovo importante documento di Papa Francesco riguardo la lotta contro gli abusi, la protezione dei minori e su alcune norme urgenti per contrastare e punire i responsabili anche nei casi di occultamento

(a cura Redazione “Il sismografo”)

(LB – RC) In arrivo, forse già domani, un nuovo importante documento voluto e firmato da Papa Francesco sulla lotta e la prevenzione della pedofilia clericale dopo gli ultimi tre pubblicati lo scorso 29 marzo: Lettera Apostolica in forma di «Motu Proprio» del Sommo Pontefice Francesco sulla protezione dei minori e delle persone vulnerabili, laLegge N. CCXCVII sulla protezione dei minori e delle persone vulnerabili dello Stato della Città del Vaticano e le Linee guida per la protezione dei minori e delle persone vulnerabili per il Vicariato della Città del Vaticano.
Queste nuove norme sono, come i tre testi precedenti, frutto della discussione e delle riflessioni del summit episcopale in Vaticano, attorno a Papa Francesco, di tutti gli Episcopati del mondo.
Tutti questi documenti sono risposte a numerose questioni contenute nei 21 Punti che lo stesso Pontefice sottolineò come parte di una strategia globale e permanente nella lotta contro la pedofilia nella Chiesa nonché nell’ambito della prevenzione e della lotta contro il malcostume e reato dell’occultamento. 

Ecco i 21 Punti diffusi a metà dell’Incontro in Vaticano, dal 21 al 24 febbraio scorso,  73 giorni fa:
1) Elaborare un vademecum pratico nel quale siano specificati i passi da compiere a cura dell’autorità in tutti i momenti-chiave dell’emergenza di un caso.

2)Dotarsi di strutture di ascolto, composte da persone preparate ed esperte, dove si esercita un primo discernimento dei casi delle presunte vittime.
3) Stabilire i criteri per il coinvolgimento diretto del Vescovo o del Superiore Religioso.
4) Attuare procedure condivise per l’esame delle accuse, la protezione delle vittime e il diritto di difesa degli accusati.
5) Informare le autorità civili e le autorità ecclesiastiche superiori nel rispetto delle norme civili e canoniche.
6) Fare una revisione periodica dei protocolli e delle norme per salvaguardare un ambiente protetto per i minori in tutte le strutture pastorali; protocolli e norme basati sui principi della giustizia e della carità e che devono integrarsi perché l’azione della Chiesa anche in questo campo sia conforme alla sua missione.
7) Stabilire protocolli specifici per la gestione delle accuse contro i Vescovi.
8)Accompagnare, proteggere e curare le vittime, offrendo loro tutto il necessario sostegno per una completa guarigione.
9) Incrementare la consapevolezza delle cause e delle conseguenze degli abusi sessuali mediante iniziative di formazione permanente di Vescovi, Superiori religiosi, chierici e operatori pastorali. 10) Preparare percorsi di cura pastorale delle comunità ferite dagli abusi e itinerari penitenziali e di recupero per i colpevoli.
11) Consolidare la collaborazione con tutte le persone di buona volontà e con gli operatori dei mass media per poter riconoscere e discernere i casi veri da quelli falsi, le accuse dalle calunnie, evitando rancori e insinuazioni, dicerie e diffamazioni (si veda il Discorso alla Curia Romana, 21 dicembre 2018).
12) Elevare l’età minima per il matrimonio a sedici anni.
13) Stabilire disposizioni che regolino e facilitino la partecipazione degli esperti laici nelle investigazioni e nei diversi gradi di giudizio dei processi canonici concernenti abuso sessuale e/o di potere.
14) Il Diritto alla difesa: occorre salvaguardare anche il principio di diritto naturale e canonico della presunzione di innocenza fino alla prova della colpevolezza dell’accusato. Perciò bisogna evitare che vengano pubblicati gli elenchi degli accusati, anche da parte delle diocesi, prima dell’indagine previa e della definitiva condanna.
15) Osservare il tradizionale principio della proporzionalità della pena rispetto al delitto commesso. Deliberare che i sacerdoti e i vescovi colpevoli di abuso sessuale su minori abbandonino il ministero pubblico.
16) Introdurre regole riguardanti i seminaristi e i candidati al sacerdozio o alla vita religiosa. Per costoro introdurre programmi di formazione iniziale e permanente per consolidare la loro maturità umana, spirituale e psicosessuale, come pure le loro relazioni interpersonali e i loro comportamenti.
17) Effettuare per i candidati al sacerdozio e alla vita consacrata una valutazione psicologica da parte di esperti qualificati e accreditati.
18) Indicare le norme che regolano il trasferimento di un seminarista o di un aspirante religioso da un seminario a un altro; come pure di un sacerdote o religioso da una diocesi o congregazione ad un’altra.
19) Formulare codici di condotta obbligatori per tutti i chierici, i religiosi, il personale di servizio e i volontari, per delineare limiti appropriati nelle relazioni personali. Specificare i requisiti necessari per il personale e i volontari, e verificare la loro fedina penale.
20) Illustrare tutte le informazioni e i dati sui pericoli dell’abuso e i suoi effetti, su come riconoscere i segni di abuso e su come denunciare i sospetti di abuso sessuale. Tutto ciò deve avvenire in collaborazione con genitori, insegnanti, professionisti e autorità civili.
21) È necessario che si istituisca, laddove non si è ancora fatto, un organismo di facile accesso per le vittime che vogliono denunciare eventuali delitti. Un organismo che goda di autonomia anche rispetto all’Autorità ecclesiastica locale e composto da persone esperte (chierici e laici), che sappiano esprimere l’attenzione della Chiesa verso quanti, in tale campo, si ritengono offesi da atteggiamenti impropri da parte di chierici.

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