Mancano i parroci, ci pensano i laici, sempre meglio per certi uomini di Chiesa dei preti sposati
Non si tratta solo di un lavoro, quanto piuttosto di una vocazione, ma anche il sacerdote rischia, nei prossimi anni, di essere molto raro
Non si tratta solo di un lavoro, quanto piuttosto di una vocazione, ma anche il sacerdote rischia, nei prossimi anni, di essere molto raro. Se nella Diocesi di Udine, il rapporto tra parrocchie e parroci raggiunge il 74%, a Concordia – Pordenone scende al 64,4% e a Gorizia addirittura al 55,5%. L’età media dei parroci, però, è molto elevata: si va dai 65 anni dei sacerdoti goriziani ai 70 di quelli udinesi, passando per i preti pordenonesi, che hanno in media 68 anni.
La soluzione sta in un nuovo rapporto tra pastore e gregge. Anche se non tutte le Diocesi del Triveneto stanno già attuando nuove forme di organizzazione ecclesiale (cioè di presenza e azione pastorale della Chiesa sul territorio), tutte, però, hanno programmi e progetti per a far crescere la comunione e la collaborazione tra laici e clero. La comunità è chiamata a operare attivamente, a prendersi certe responsabilità, a collaborare con il sacerdote. Qui la questione non è più solo sostituire un prete in una parrocchia, si tende ad andare in un’altra direzione che porterà a un cambio di tutta la Chiesa.
La notizi sopra riportata pubblicata da “Il Friuli” ha suscitato la reazione dei sacerdoti lavoratori sposati: “la crisi delle vocazione estenderà sempre più la situazione descritta in alcune diocesi italiane in tutto il mondo, una delle migliori soluzioni potrebbe essere quella di riaccogliere nel ministero i preti sposati con le loro famiglie”.