L'Australia protesta per la decisione del Vaticano di rimuovere dai suoi incarichi William Morris

L'Australia protesta per la decisione del Vaticano di rimuovere dai suoi incarichi William Morris, vescovo di Toowoomba, in Queensland. Il prelato sarebbe stato "cacciato" dagli organi ecclesiastici centrali per le sue idee anticonformiste: nel 2996 Morris aveva chiesto una riforma della Chiesa, per aprire le porte del sacerdozio anche alle donne e agli uomini sposati, e superando le fratture tra anglicani e protestanti. I fedeli di Morris hanno lasciato la chiesa di Toowoomba in lacrime.

 

Lettera a Mons. William Morris da parte del “Réseau Culture et Foi”

Benché il Canada sia molto lontano dall'Australia, desidero informarla che un gruppo di cattolici del Canada sono stati delusi e addolorati nell'apprendere che papa Benedetto XVI l'ha fatta dimettere dal suo incarico episcopale, apparentemente a causa della sua lettera pastorale dell'Avvento 2006, nella quale lei diceva che, di fronte alla grave penuria di preti che colpisce l'Australia, la Chiesa cattolica dovrebbe forse prendere in considerazione delle soluzioni come l'ordinazione di uomini e donne sposati se la celebrazione dell'Eucaristia deve restare il rito essenziale in una comunità cristiana.
La nostra associazione, che porta il nome di “Réseau Culture et Foi” (rete cultura e fede), vuole essere un luogo di incontro che rende possibile, all'interno della Chiesa , l'esercizio dell'indispensabile funzione critica, ed è un luogo di parola libero e di rinnovamento del discorso teologico e del linguaggio liturgico della nostra Chiesa. Il nostro sito web è molto popolare ed accoglie ogni giorno un gran numero di visitatori dal mondo intero: www.culture-et-foi.com.

Siccome lei era vescovo di Toowoomba da 18 anni e godeva del sostegno della maggioranza dei suoi fedeli e dei suoi preti, la sua revoca è stata, per noi, fonte di profonda tristezza. Il Papa avrebbe preso questa decisione, sembra, dopo aver ricevuto delle denunce contro di lei da un gruppo di dissidenti. Confermava in questo modo che il rifiuto della Chiesa di ordinare delle donne fa parte delle verità che non si possono discutere, dopo che papa Giovanni Paolo II ha affermato nel 1994, nel documento Ordinatio sacerdotalis, che l'insegnamento della Chiesa su tale questione era definitivo ed infallibile.
Siamo profondamente convinti che un'ampia maggioranza di donne ed un gran numero di uomini sono dell'avviso che l'ordinazione delle donne dovrebbe essere una questione aperta alla discussione. Crediamo anche che il vescovo di una diocesi goda di una legittima autorità magisteriale e che non dovrebbe essere revocato fintantoché è in piena comunione con il Papa e con gli altri vescovi con i quali condivide la responsabilità di tutta la Chiesa. A seguito della sua lettera pastorale dell'Avvento 2006, il Vaticano l'ha informata, nel marzo 2007, che ci sarebbe stata una visita apostolica nella sua diocesi. Nell'aprile 2007, mons. Charles Chaput, arcivescovo di Denver, è arrivato da lei per la visita annunciata, e secondo quanto abbiamo appreso, ha avuto un incontro sia con lei che con dei membri dell'amministrazione e dei fedeli della sua diocesi. Nel maggio dello stesso anno, ha inviato il suo rapporto alla Congregazione per i vescovi a Roma, senza che le fosse permesso di prendere visione di tale rapporto. Come il Consiglio nazionale dei preti d'Australia, anche noi siamo costernati per la mancanza di trasparenza e per il modo in cui si è giunti alla decisione delle autorità della Chiesa.
Siccome lei non ha mai potuto leggere il rapporto del Visitatore apostolico, non ha potuto godere della naturale giustizia, dato che non le è stata data la possibilità di presentare i suoi argomenti ed una difesa appropriata. Troviamo deplorevole che il diritto canonico non preveda la possibilità per i vescovi di difendersi quando sono messi in causa. Il Papa ha quindi totale libertà di nominarli e di revocarli. Noi abbiamo una grande ammirazione per lei e per i principi che lei difende. Siamo pienamente d'accordo con lei quando afferma che la Chiesa è il popolo di Dio, come è stato stabilito chiaramente dal Concilio Vaticano II: «Lo Spirito dimora nella Chiesa e nei cuori dei fedeli come in un tempio e in essi prega e rende testimonianza della loro condizione di figli di Dio per adozione. Egli introduce la Chiesa nella pienezza della verità, la unifica nella comunione e nel ministero, la provvede e dirige con diversi doni gerarchici e carismatici, la abbellisce dei suoi frutti. Con la forza del Vangelo la fa ringiovanire, continuamente la rinnova e la conduce alla perfetta unione col suo Sposo. Poiché lo Spirito e la sposa dicono al Signore Gesù: « Vieni ». Così la Chiesa universale si presenta come « un popolo che deriva la sua unità dall'unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo» (Costituzione dogmatica Lumen Gentium, 4). Come vescovo, lei teneva a che il popolo di Dio nella sua diocesi avesse una voce e che tale voce fosse sentita nella Chiesa e nel mondo, affinché apparisse chiaramente che lo Spirito è all'opera in tutta la Chiesa e non solo in alcuni. È in questo spirito che lei ha incoraggiato il dialogo e la collaborazione in tutta la sua diocesi con dei provvedimenti come la creazione di un Consiglio del personale per consultare le parrocchie prima di raccomandare la nomina di un prete come pastore, e l'autorizzazione della celebrazione della penitenza comunitaria e dell'assoluzione generale. Anche se lei è stato destituito dal suo incarico di vescovo per aver espresso l'opinione che la nostra Chiesa dovrebbe un giorno studiare la possibilità di ordinare degli uomini e delle donne sposati,
molte persone, compresi preti e vescovi, pensano che tale opzione sia veramente possibile o probabile, ma che essa si realizzerà solo quando Roma l'autorizzerà. Dato che “la celebrazione dell'Eucaristia” ha sempre occupato e continuerà ad occupare il posto centrale nella comunità cristiana, molti cambiamenti che ora sembrano impossibili potranno diventare realtà.
Réjean Plamondon, a nome del “Réseau Culture et Foi”

in “www.culture-et-foi.com” del 28 maggio 2011 (traduzione: www.finesettimana.org)

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