Se L’Osservatore cambia professore
Da professore a professore. Sempre sotto l’attenta supervisione della segreteria di Stato. Domenica 28 ottobre si formalizzerà il passaggio di consegne al timone dell’Osservatore Romano: da quel giorno il giornale del papa recherà la firma di Giovanni Maria Vian, successore designato del “Gentiluomo” Mario Agnes. Benedetto XVI ha congedato il direttore uscente annoverandolo tra i membri della Famiglia pontificia, in ragione del lavoro svolto “efficacemente” dal marzo ’85. L’operazione Vian è invece monitorata in prima persona dall’attivissimo cardinal Bertone, da sempre uomo di Chiesa e uomo di media (anche al di là del ruolo che oggi gli compete). L’ex arcivescovo di Genova ha ispirato la nomina a vicedirettore del fidato Carlo Di Cicco, già Asca e Azione Cattolica, e prima ancora obiettore di coscienza, nonché studente di sicura formazione salesiana: la stessa scuola alla quale è cresciuto il porporato, guarda caso. Ultimamente pare proprio non ci sia redazionale di stampa vaticana – dalla Radio alla Civiltà Cattolica dei gesuiti – che non passi poi per le forche caudine del desk di Bertone, sottoposto a verifica accuratissima.
Le varie bozze lasciano quindi la scrivania cardinalizia con tagli, aggiunte, correzioni mai di maniera, volta per volta sapientemente ponderati. Così l’atteso nuovo corso dell’Osservatore Romano, forse accompagnato da un restyling grafico, non verrà inaugurato prima dello stesso (decisivo) riesame. Al momento resta sul tavolo un’unica linea guida, cara al prof. Vian come al segretario di Stato: il pontificato di Benedetto XVI merita di essere approfondito e accompagnato sul piano culturale, e non tanto a livello divulgativo, dalle colonne del quotidiano politico religioso. La voce del papa arriva già a mezzo mondo via etere; la TV fa l’immagine, come del resto i grandi eventi ecclesiali più mediatici; in Internet è liberissimo l’accesso a qualsivoglia intervento del Santo padre o documento del Magistero. Manca giusto un foglio autorevole e internazionale – forte delle sue sette edizioni in lingua – al pronto servizio della Chiesa universale, ben equipaggiato per la corrente battaglia delle idee. Non è più tempo di bollettini, veline, copia-incolla. Oltretevere già affilano i pennini. (fonte: opinione.it)