La strage nel mare di Crotone, 63 morti. L’ultimo corpo è di una ragazzina

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AGI – Mentre si cercano i corpi di altri dispersi continua a salire il numero delle vittime della strage di migranti nel mare di Crotone. I morti sono al momento 63.

L’ultima vittima trovata nel pomeriggio è una ragazzina, di circa 14 anni, con capelli neri e ricci, il cui corpo senza vita è stato recuperato nelle acque di Steccato di Cutro, dove all’alba di ieri è avvenuto il naufragio di un barcone carico di migranti.

A ritrovare il cadavere sono stati i sommozzatori dei Vigili del fuoco, a qualche centinaio di metri dalla riva, che lo hanno portato a terra e consegnato agli uomini della Capitaneria di porto.

Le ricerche sono coordinate dalla Capitaneria di porto di Crotone con l’ausilio del Reparto aeronavale della Guardia di finanza e dei Vigili del fuoco.

Ancora incerto il numero complessivo dei migranti che viaggiavano sul barcone, che secondo le testimonianze dei profughi si aggirerebbe sulle 200 persone. Potrebbero esserci pertanto ancora molti dispersi ad aggravare la tragedia.

“Gli scafisti chiedevano 8mila euro a persona”
Parallelamente alle ricerche dei dispersi sono in corso le indagini per individuare i responsabili della strage in mare. La Squadra mobile della polizia di Stato, insieme alla compagnia carabinieri di Crotone e ai finanzieri della Sezione operativa navale della guardia di finanza, ha fermato tre presunti trafficanti di uomini che avrebbero condotto il barcone dalla Turchia all’Italia, nonostante le condizioni proibitive del mare, approdando sulle coste calabre e causando il naufragio di Steccato di Cutro, in provincia di Crotone.

Sono stati individuati un cittadino turco e due pachistani quali presunti responsabili principali della tragedia.

I tre uomini, secondo i primi accertamenti, avrebbero richiesto ai migranti per il viaggio circa 8mila euro ciascuno.

La procura della Repubblica, che ha aperto un fascicolo per disastro e omicidio colposo plurimi oltre che per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, intende ricostruire le dinamiche della vicenda, a partire dal numero esatto di migranti a bordo dell’imbarcazione, delle modalità in cui è avvenuto il naufragio e soprattutto per accertare le responsabilità dei presunti scafisti che erano al governo del barcone partito quattro giorni fa da Izmir in Turchia.

A lanciare l’allarme alla polizia è stato un pescatore che transitava nella zona e ha notato l’imbarcazione già distrutta e i primi corpi galleggiare in acqua. Agli occhi dei soccorritori che man mano arrivavano sul posto – carabinieri, polizia di stato, guardia di finanza, capitaneria di porto, vigili del fuoco, personale del 118, croce rossa italiana, si è presentata una situazione apocalittica.

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