Giorno: 8 Aprile 2019

La Nazione

Pistoia, 7 aprile 2019 – “Don Alessio la disturbo?”. Il sacerdote ci pensa un secondo. “Dipende. Mi dica”. Comincia così la chiacchierata con don Tavanti, parroco di Casalguidi e Lanciole. Lontano dai suoi doveri sacerdotali da più di un mese dopo aver ricevuto dal vescovo Fausto Tardelli l’autorizzazione ad assentarsi dalla parrocchia.

Don Alessio, come mai non celebra più la messa?

“I motivi arrivano dal lontano. Da due anni e mezzo ho la responsabilità di una parrocchia di 8.500 abitanti, una delle più grandi di Pistoia. Mi sono trovato a gestirla completamente da solo. La parrocchia ha un asilo, prima c’erano le suore, ma sono andate via non appena sono arrivato. Ho dovuto rimettere a posto una situazione dal punto di vista fiscale, della sicurezza, dei debiti accumulati nel tempo, gravissimi debiti”.

Ma cosa c’entra tutto questo con la sua assenza?

“In due anni coprire i debiti, riportare l’asilo ad avere un bilancio sostenibile, più tutte le attività parrocchiali, in due anni mi hanno profondamente appesantito. Lei consideri che in montagna per 5mila abitanti ci sono 8 sacerdoti. Questo carico mi ha stancato. Ho chiesto al vescovo qualche mese di tempo per potermi riposare. Il Vescovo ha detto: ti capisco perché hai avuto tanto da fare, ti concedo questo tempo di riposo”.

Perché a Casalguidi in pochi sapevano della sua assenza ‘giustificata’?

“Prima di andar via, in chiesa è stata letta una lettera che diceva questo. Non capisco come mai ora vengano fuori dei fantasmi. oppure si dicano le cose peggiori, come ho sentito. Cose gravi. Ho chiesto semplicemente di riposare”.

Adesso dove si trova?

“Ora sono con la mia mamma. In paese mi hanno visto, in questi giorni sono dovuto andare a firmare dei documenti perché il parroco sono io, il mio vice non può. Alle persone ho detto: presto ci rivedremo. A breve tornerò in attività”.

Per quanto tempo resterà lontano dalla parrocchia?

“Sia chiaro che la mia non è stanchezza fisica né esaurimento. Solo che avevo desiderio di continuare i miei studi. Sono uno studente, ho scritto dei libri. Mi mancava l’approfondimento, questo aspetto della mia vita da curare. Disperso in mille attività ho pensato pochissimo a me stesso e avevo bisogno di tempo per ricentrarmi e poi avere più forza per affrontare le attività pastorali e andare avanti. La parrocchia di Casalguidi ha tante attività e vanno seguite tutte. Basta che domandi alla gente che va in chiesa. Ora che ho un viceparroco posso riposare. Sono arrivato lì nel 2016 e da allora non c’è stato un attimo di tranquillità”.

L’abbiamo vista predicare a un’assemblea dei carismatici. Proseguirà con questa attività collaterale a quella pastorale?

“Non capisco quale sia l’attinenza con questo. In parrocchia abbiamo un gruppo; io lo seguo. Tutto qui. Io sono un predicatore e vado dove mi chiamano. Tempo fa sono stato chiamato a Pescara, avrete visto il video di quel ritiro carismatico. Io come predicatore dovevo parlare del peccato. Vado dove sono chiamato. In questa fase sono in riposo da tutto. Il mio primo impegno è per la parrocchia. E voglio finire i due libri che ho avviato da tempo”.

I suoi parrocchiani come hanno preso questo suo distacco?

“Ritengo di essere un parroco amato. Sono tanti quelli che mi mi chiedono quando tornerò. Diversi mi tempestano di messaggi in continuazione”.

Nonostante questo ha deciso di prendersi una pausa

“Dopo dieci anni ai preti è concesso. Possiamo chiedere un anno sabbatico ogni 10 anni anche in base al diritto canonico. Io ho sopperito a tante situazioni di carenza, mi sono impegnato in tante realtà. Ho cominciato come vice parroco; ovunque sia andato mi sono messo a disposizione. Ho fatto il tappa buchi e non è facile. A volte si lavora più di quelli che devon lavorare”.

Lo salutiamo: “Mi raccomando scriva quello che ho detto”. Niente di più.