Vatileaks | il volo segreto a Dubai di monsignor Balda

Vatileaks, il volo segreto a Dubai di monsignor Balda (Di venerdì 18 marzo 2016) Uno dei due principali imputati nel processo per la fuga di notizie riservate in Vaticano protagonista ad inizio 2015 di un misterioso viaggio negli Emirati. L’ipotesi investigativa: consegnata cartella clinica di papa Francesco a 007 cinesi. La ricostruzione offerta dalla stampa italiana in queste ore è degna di una spy story

fonte: zazoom.it

ROMA. Un misterioso viaggio a Dubai di Lucio Vallejo Balda complica, se possibile, il già complicato caso Vatileaks. Perché quel viaggio lo fece in compagnia dell’ex colonnello dei Ros Giuseppe De Donno, tuttora sotto processo per la trattativa Stato-Mafia. E perché negli Emirati arabi il monsignore avrebbe consegnato ai servizi segreti cinesi la cartella clinica di Papa Francesco. Falsa, per giunta. In realtà erano le analisi della madre di Balda. C’è un po’ di Totò e Peppino e un po’ di James Bond, in questa storia che emerge dagli atti del processo in cui sono imputati, oltre al prelato e a Francesca Chaouqui, i due giornalisti Fittipaldi e Nuzzi. Ma la Gendarmeria vaticana considera le circostanze, scoperte grazie all’analisi informatica del telefonino e del pc di Balda, un affare serio. Meritevole di un approfondimento di indagine.

E dunque, i fatti. Nel settembre scorso i gendarmi, che già stavano indagando sull’allora segretario della commissione vaticana sulle finanze della Santa Sede (Cosea), perquisiscono la sua abitazione e gli sequestrano cellulare e pc. Dentro ci trovano le chat di whatsapp con i giornalisti e la Chaouqui, le famose password di accesso al database della Cosea e due vecchie mail nel quale Balda parla con De Donno di un viaggio a Dubai da fare insieme. Sono inclusi anche i biglietti aerei. Ma c’è dell’altro. Scoprono i file dell’elettrocardiogramma e delle analisi del sangue della madre 82enne del monsignore, su cui era stata modificata l’intestazione: al posto del nome della signora, quello di Jorge Mario Bergoglio. “Siamo andati a Dubai insieme per tre giorni, mi pare a cavallo tra il dicembre 2014 e il gennaio 2015”, conferma a Repubblica Giuseppe De Donno, che dopo essere uscito dall’Arma (ha fatto parte anche dei servizi segreti) è diventato amministratore delegato della “G-Risk”, un’agenzia di security e intelligence con sede a Roma.

La società, guidata fino a poco tempo fa dall’ex capo del Sisde Mario Mori (anche lui sotto processo per la trattativa), in cui è stato assunto anche l’ex Br Valerio Morucci. “Conosco Balda da molti mesi, almeno dal 2014. Con lui ero in ottimi rapporti. È stata la Chaouqui a presentarmelo”, racconta De Donno. “Io dovevo andare a Dubai per lavoro, lui per incontrare persone legate all’associazione benefica “Messaggeri della Pace” a cui voleva chiedere dei finanziamenti o non so bene cosa. Il periodo coincideva, quindi abbiamo deciso di andare insieme, tutto qua. Il biglietto me lo sono pagato da solo, ovviamente”. Di quei tre giorni a Dubai l’ex colonnello ha dei vaghi ricordi. “Balda girava con l’abito talare e un trolley. Mi sembrava molto rilassato, siamo stati a cena in albergo. Non sono stato con lui tutto il tempo, quindi non saprei dire con chi si è visto”.

È durante quella breve permanenza negli Emirati, ipotizzano gli investigatori della Gendarmeria in base a una ricostruzione di intelligence per cui è stata chiesta anche la collaborazione ai servizi italiani, che Balda ha incontrato un “mister x”, uno 007 cinese cui avrebbe consegnato la finta cartella clinica di Papa Francesco. Le condizioni di salute del Pontefice sono probabilmente il segreto più gelosamente custodito dalla Santa Sede, dunque anche quello su cui si può scatenare l’appetito di qualsiasi apparato di intelligence estero. Perché Balda avrebbe deciso di mettere in piedi quella messinscena non è chiaro. Forse per accreditarsi con i cinesi, o forse per avere da loro qualcosa in cambio. “A me pare davvero inverosimile”, sostiene De Donno. “Non mi ha dato l’idea di essere coinvolto in una tresca del genere. Era il primo viaggio che facevo in sua compagnia. Dopodiché, la mano sul fuoco non ce la metterei… non mi aspettavo nemmeno che girasse documenti confidenziali ai giornalisti”.

È ragionevole ritenere che in Vaticano sapessero del misterioso viaggio a Dubai di Balda, dei contatti con De Donno, e del presunto scambio con i cinesi, almeno dall’autunno scorso. L’arresto del prelato spagnolo e della Chaouqui risale a novembre, due mesi dopo la perquisizione e le perizie informatiche sul cellulare. Eppure nelle contestazioni rivolte dal promotore di giustizia del Vaticano, di questa storia, non c’è traccia. “È vergognoso che la Santa Sede abbia portato a processo due giornalisti basandosi esclusivamente sulle dichiarazioni di un soggetto capace di tutto”, commenta Emiliano Fittipaldi. “Lo hanno utilizzato per denigrarci, nonostante conoscessero i suoi tentativi di contatto con i servizi esteri”.

tratto da Repubblica

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