Parroco fa sesso con la giovane perpetua, accusa di violenza

All’accusa di lesioni aggravate per via di quel pollice fratturato pare in risposta al lancio di una madonnina di Lourdes, si è sommata anche quella di violenza sessuale perché in buona sostanza dalla consulenza psichiatrica disposta dalla procura, era emerso che quella giovane perpetua era in condizioni di disagio psichico. Un colpo di scena arrivato in chiusura dell’indagine contro un giovane ex parroco di una chiesa del litorale.

 
I due, che si erano conosciuti sul web, avevano condiviso in quel della località rivierasca lo stesso percorso per cinque mesi. Era stato proprio il don nel giugno del 2013 a presentare quella 26enne ai fedeli come “una ragazza bisognosa di aiuto”. Poi tra i due, che abitavano assieme in canonica, ero nato qualcosa di più intenso che una semplice amicizia.
 
A sentire lei, erano amanti e il sacerdote l’aveva addirittura convinta a comprare casa vicino alla chiesa. Le avrebbe pure promesso di abbandonare presto l’abito talare per vivere una vita assieme alla luce del sole. Nel bailamme ci si era infilato anche un testamento compilato alla vigilia di un serio intervento chirurgico (conclusosi positivamente), poi finito tra le carte raccolte dal pm Daniele Barberini titolare del fascicolo e con il quale la ragazza, titolare di una congrua eredità ricevuta alla morte della madre, aveva intestato tutto quanto al don.
 
Idillio finito bruscamente il 14 dicembre di quello stesso anno dopo un furioso chiarimento nel corso del quale lei avrebbe pure lanciato la madonnina. Alla fine la ragazza era andata in pronto soccorso ed era stata dimessa con una prognosi di 30 giorni dovuta alla frattura di un pollice con lesione dei legamenti. Contro il don era scattata l’accusa di lesioni personali. Lui nel frattempo aveva lasciato la parrocchia per prendersi un periodo di riflessione in una casa per esercizi spirituali sui colli emiliani.
 
Anche lei aveva lasciato la riviera per prendersi un periodo di riposo in una clinica romana nella duplice veste di parte offesa e di indagata per reati connessi: minacce, danneggiamento e calunnia avendo ritrattato alcune testimonianze rilasciate ai carabinieri della Stazione di Marina di Ravenna competente sui lidi. Ed era toccato proprio ai militari il compito di raccogliere le testimonianze del caso, di passare al setaccio i tabulati, di esaminare lettere, foto ed sms.
 
Sotto al profilo penale, la svolta la si è avuta quando la consulenza psichiatrica ha stabilito che la sua condizione psichica poneva la 26enne in un piano di subalternità rispetto al don, vuoi per pregressi problemi psicologici della giovane e vuoi per il ruolo di sacerdote ricoperto da lui. Alla ragazza è stato allora affidato un amministratore di sostegno (è l’avvocato Christian Biserni).
 
Mentre al prete, difeso dall’avvocato Enrico Maria Saviotti, è toccata la nuova, più pesante accusa di violenza sessuale anche se non maturata in un contesto di coercizione fisica. Prossimo passo per la difesa sarà probabilmente la richiesta di un incidente probatorio per arrivare a ulteriori perizie psichiatriche sulla giovane, questa volta nel contraddittorio delle parti. Intanto le chiavi della casa al centro del testamento sono già state da tempo restituite alla ragazza. Per quanto riguarda la località rivierasca, manca però ancora un parroco in pianta stabile tanto che i fedeli hanno hanno già sollecitato l’arcidiocesi per averlo.
 
Andrea Colombari
romagnanoi.it
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