Un film documentario sulla tomba di Pietro guidati da Chris Pratt

Chris Pratt mentre gira un documentario su San Pietro prodotto da Vatican Media, Fabbrica di San Pietro, AF Films
L’attore statunitense in questi giorni sta girando in Vaticano un viaggio alla scoperta della Necropoli vaticana, documentario prodotto da Vatican Media, Fabbrica di San Pietro e AF Films, che sarà lanciato nel 2026 400° anniversario dell’inaugurazione e dedicazione dell’attuale Basilica

Vatican News

Si stanno girando in questi giorni in San Pietro e nella Necropoli vaticana le riprese di un documentario prodotto da Vatican Media del Dicastero per la Comunicazione, la Fabbrica di San Pietro e AF Films (Frank Ariza and Manu Vega) dedicato alla scoperta della tomba dell’Apostolo. A guidare gli spettatori in questo viaggio affascinante e unico tra fede, storia e archeologia sarà l’attore americano Chris Pratt. “È un onore straordinario – ha dichiarato Pratt a Vatican News – collaborare con Papa Leone e il Vaticano a questo progetto. La storia di San Pietro è fondamentale per la fede cristiana e sono profondamente grato per la fiducia e l’accesso che mi sono stati concessi per aiutare a portare la sua eredità sullo schermo”.

AF Films ha affidato alla regista spagnola Paula Ortiz la regia di questo progetto. Il documentario, scritto da Andrea Tornielli con la consulenza di Pietro Zander, sarà lanciato nel 2026, 400° anniversario dell’inaugurazione e dedicazione dell’attuale Basilica di San Pietro, avvenuta il 18 novembre 1626.

La storia della Basilica s’intreccia con le vicende della vita di Pietro, il pescatore di Galilea al quale Gesù ha affidato la guida della Chiesa, che venne martirizzato a Roma sul Colle Vaticano nell’anno 64 d.C. Fini dai primissimi secoli l’area della sua sepoltura è diventata un centro di devozione e di culto: tanti cristiani hanno voluto essere sepolti accanto a lui. Passo dopo passo, in un emozionante viaggio nel tempo, attraverso immagini esclusive mai viste prima, lo spettatore sarà coinvolto in un percorso coinvolgente, che lo porterà alla scoperta della tomba di Pietro, che l’imperatore Costantino volle preservare spianando il Colle Vaticano per costruirvi la prima grande Basilica nella quale venne inglobata l’area della tomba.

Attraverso testimonianze storiche e scoperte archeologiche saremo guidati fino all’identificazione del luogo della sepoltura dell’Apostolo nella Necropoli vaticana, annunciata ufficialmente nel 1950 da Pio XII, il Papa che dieci anni prima aveva voluto iniziare gli scavi sotto la Basilica. Ricerche successive hanno portato, nel 1968, Paolo VI ad annunciare al mondo anche il ritrovamento delle ossa: “Le reliquie di Pietro – disse il Pontefice – sono state identificate in modo che possiamo ritenere convincente… Abbiamo ragione di ritenere che siano stati rintracciati i pochi, ma sacrosanti resti mortali del Principe degli Apostoli”.

In Pakistan nasce una Commissione per i diritti delle minoranze

La minoranza cristiana pakistana in attesa del Natale, Karachi
La legge è stata votata in seduta congiunta dal Parlamento con 160 voti favorevoli. Il commento del professor Mobeen Shahid: “Un passo molto positivo e atteso da tempo perché offre strumenti reali”

Guglielmo Gallone – Città del Vaticano – Vatican News

Il Parlamento del Pakistan ha approvato il National commission for minorities rights bill, che istituisce una Commissione nazionale incaricata di tutelare i diritti delle comunità non musulmane: cristiani, indù, sikh, parsi, bahá’í e altri gruppi religiosi. La legge, votata in seduta congiunta il 2 dicembre con 160 voti favorevoli e 79 contrari, dà attuazione alla sentenza della Corte suprema del 2014, che aveva ordinato la creazione di un organismo di monitoraggio sulle minoranze. Questo è il primo punto interessante. Perché proprio ora? «Rispetto a undici anni fa, il governo pakistano sembra riconoscere che lo sviluppo delle minoranze coincide con lo sviluppo del Pakistan  — esordisce Mobeen Shahid, professore presso la Facoltà di filosofia dell’università Urbaniana e fondatore dell’associazione Pakistani cristiani in Italia, parlando ai media vaticani — cioè, una democrazia stabile non può prescindere dalla tutela delle minoranze».

Mancano le vocazioni, suore e preti sono sempre meno: si offrono i preti sposati

La notizia di marsicalive.it spinge il Movimento Internazionale dei sacerdoti sposati, fondato nel 2003 da don Giuseppe Serrone, ha ribadire la propria disponibilità a rientrare in servizio nella chiesa cattolica romana per arginare la crisi dei sacerdoti (ndr).

Avezzano. Mancano le vocazioni, suore e preti sono sempre meno: l’Opera don Orione lascia Avezzano. Un addio che sa di tristezza e di una storia che si spezza. La storia dell’Opera don Orione con Avezzano.

Un amore nato dalla solidarietà e che dal terremoto del 1915 ha accompagnato generazioni di marsicani con una presenza discreta e coinvolgente.

 

L’Opera Don Orione ha annunciato la decisione di ritirare la propria comunità religiosa da Avezzano. Una scelta sofferta, maturata a causa della progressiva diminuzione del numero dei religiosi e dell’impossibilità di presidiare con continuità tutti i territori in cui la Congregazione è presente.

 

“Noi religiosi siamo pochi e purtroppo non abbiamo più la possibilità e la capacità di essere presenti in tutte le nostre Istituzioni – ha dichiarato Don Giovanni Carollo, Direttore Provinciale della Congregazione – Molti confratelli sono ormai anziani, si sono ritirati dal ministero pastorale attivo o si ritireranno a breve. È nostra responsabilità occuparci anche di loro”.

La Congregazione orionina manterrà la cura del Santuario della Madonna del Suffragio, garantendo la presenza dei sacerdoti ogni fine settimana e nei giorni festivi. Sarà inoltre assicurata la continuità del servizio religioso agli ospiti della RSA e della casa di riposo – attualmente 75 – grazie ad alcuni sacerdoti che si alterneranno tra Avezzano e Roma.

L’Opera assicura fin da ora la prosecuzione del servizio assistenziale senza soluzione di continuità e la tutela dei livelli occupazionali. Le interlocuzioni per il passaggio di gestione verranno avviate nei prossimi mesi.
Nella giornata odierna, la decisione è stata comunicata alle istituzioni cittadine, al vescovo, alle parti sindacali, ai lavoratori e alle famiglie coinvolte.

“Il legame con Avezzano e la Marsica – ha concluso Don Carollo – è storico e profondo, e continueremo a coltivarlo nella misura in cui potremo”.

 

“Oggi pomeriggio ho partecipato ad un incontro, in qualità di consigliere regionale, con i sindaci della Marsica presso l’Istituto Don Orione dove i rappresentanti legali giunti da Roma hanno annunciato di ritirare la propria comunità religiosa da Avezzano”. Ha dichiarato Massimo Verrecchia, Capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale.
“Una scelta, a detta loro, maturata a causa di una progressiva diminuzione del numero di religiosi e dell’impossibilità di avere continuità. Sono intervenuto per chiedere di ripensare su questa decisione.
Per noi la figura di Don Orione è stata la speranza e la certezza della rinascita di Avezzano e della Marsica, un’icona emblematica a noi tutti per aver saputo soccorrere i nostri concittadini durante il terribile terremoto di Avezzano del 13 gennaio del 1915″.

All’incontro hanno partecipato il Comitato “Amici di Don Orione”, numerose associazioni, il clero, sindaci della Marsica e rappresentanti della politica regionale, che si sono ritrovati per riflettere su una notizia che ha colpito la città: il ritiro dei sacerdoti dell’Opera orionina da Avezzano previsto per giugno 2026. Una scelta motivata dalla Congregazione con la mancanza di vocazioni, ma che la comunità locale fatica ad accettare.

In sala era presente il vescovo, mons. Giovanni Massaro, insieme a numerosi primi cittadini della Marsica. Tra gli interventi che hanno segnato la serata, quello del sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, che ha interpretato il sentimento diffuso nella popolazione: “Ho ascoltato attentamente le relazioni, ma resta il fatto che ci state dicendo che ve ne andrete. E non è una buona notizia.”

Il primo cittadino ha riconosciuto con realismo gli aspetti pratici, a partire dalla garanzia che la RSA continuerà ad operare. Ma lo sguardo, inevitabilmente, si è spostato sul valore spirituale e storico dell’opera. Perché se l’assistenza e i servizi sono importanti, il tessuto umano e pastorale costruito nei decenni lo è altrettanto.

“Il Comitato e tutte le persone che mi hanno parlato – ha proseguito Di Pangrazio – chiedono con forza che i sacerdoti rimangano. Ne abbiamo qui di capaci, solidi, volenterosi. E pensare che a giugno se ne andranno ci lascia increduli.” Parole pronunciate non solo a nome dell’amministrazione avezzanese, ma anche dei numerosi sindaci e rappresentanti regionali presenti.

Il primo cittadino, richiamando la storia comune, ha ricordato come San Luigi Orione non sia soltanto una figura religiosa, ma una parte dell’identità marsicana: “Don Orione è un’entità che rappresenta tutta la Marsica. Lo abbiamo vissuto passo dopo passo, attraverso generazioni. Qui non parliamo solo di un’opera, ma di un pezzo di storia.”

E ha aggiunto, con un richiamo diretto ai responsabili orionini: “Chiediamo un occhio di attenzione, per la Marsica, per Avezzano, per una storia che non merita di essere interrotta.”

Non è mancato, infine, un accenno al senso di appartenenza e orgoglio locale: “Siamo coraggiosi, forti, generosi, ma anche determinati nel difendere le nostre istituzioni. Non abbiamo mai chiesto un euro per la struttura. Continueremo a farlo, ma chiediamo che la vostra posizione venga rivista.”

La serata si è conclusa con un appello condiviso: far sì che la voce del territorio arrivi ai superiori della Congregazione, affinché la decisione venga riesaminata e l’eredità spirituale di Don Orione continui ad essere presenza viva e operante nel cuore di Avezzano e della Marsica.

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