Un terzo dei preti cattolici romani inglesi proviene dall’anglicanesimo e sono preti sposati. Ma in Vaticano la riammissione al ministero dei preti sposati è ancora tabù

Uno studio mostra che i preti anglicani convertiti sono un terzo delle ordinazioni cattoliche in Inghilterra. Le conversioni nate con l’ordinazione femminile e la visita di Ratzinger.
Un terzo dei preti inglesi sono ex anglicani.
Un rapporto esplosivo è stato recentemente pubblicato dall’Università di St Mary di Twickenham in Inghilterra e segnala un fenomeno di significativa importanza per la Chiesa cattolica britannica.
Circa un terzo dei sacerdoti ordinati tra il 1992 e il 2024 in Inghilterra e Galles sono ex-chierici anglicani.
Lo studio sui preti anglicani convertiti
Lo studio, intitolato “Convert Clergy in the Catholic Church in Britain“, è stato realizzato dalla St Barnabas Society, un ente che assiste i chierici convertiti, in collaborazione con il Benedict XVI Centre dell’università.
Secondo la ricerca, circa 700 membri del clero anglicano — sacerdoti, religiosi e anche 16 ex vescovi anglicani — sono passati alla Chiesa cattolica nel periodo considerato.
Nel dettaglio, il rapporto distingue tra ordini diocesani e quelli legati all’Ordinariato personale di Nostra Signora di Walsingham (istituito pensato per gli anglicani che desiderano mantenere elementi del loro patrimonio liturgico).
Se si considerano solo gli ordini diocesani, il 29% dei nuovi sacerdoti erano ex-anglicani. Includendo anche l’Ordinariato, questa percentuale sale al 35%.
Due ondate: le donne prete e la visita di Ratzinger
Secondo il prof. Stephen Bullivant, co-autore dello studio, ci sono state due “grandi ondate” che hanno favorito il fenomeno di conversione.
La prima è legata al voto del Sinodo Generale della Chiesa d’Inghilterra del 1992, che ha autorizzato l’ordinazione delle femminile, provocando un’ondata di disaccordo interna all’anglicanesimo.
La seconda ondata è arrivata in seguito al pontificato di Papa Benedetto XVI: nel 2009 promulgò l’Apostolica Constitution Anglicanorum Coetibus e, poco dopo, visitò il Regno Unito (2010), incentivando l’istituzione dell’Ordinariato di Walsingham.
Tenendo soprattutto in considerazione il primo fenomeno, non ci stupiremmo se tra qualche anno informeremo di una terza ondata legata alla recente nomina di Sarah Mullay come nuova primate d’Inghilterra.
Elezione che ha prodotto un grave scisma interno e che ha portato mons. Michael Nazir-Ali, ex vescovo anglicano di Rochester, a prevedere un aumento consistente di conversioni al cattolicesimo
Dal 2015 al 2024 una leggera flessione
Il rapporto include testimonianze di convertiti che parlano delle tensioni personali, economiche e familiari nella loro conversione. Nonostante ciò, molti di loro non considerano la conversione come un rifiuto dell’eredità anglicana, ma piuttosto come il compimento di un percorso.
Va anche detto che nel testo si evidenzia anche una flessione: tra il 2015 e il 2024, la percentuale di nuovi sacerdoti diocesani ex-anglicani è scesa al 9%, mentre includendo l’Ordinariato arriva al 19%.
Come detto, vedremo cosa accadrà nei prossimi anni.
Rimane certamente il fatto che i preti anglicani convertiti rappresentano attualmente una quota significativa delle ordinazioni cattoliche e ciò dipende dall’apertura della Chiesa d’Inghilterra al sacerdozio femminile.
C’è abbastanza materiale perché la Chiesa cattolica continui a riflettere approfonditamente sulle decisioni che vorrà compiere in futuro.
Fonte: UCCR
