Secondo i dati del Katholiek Studie- en Informatiecentrum (Kaski) dell’Università Radboud, il numero dei sacerdoti è diminuito costantemente negli ultimi anni: da 610 nel 2020 a 542 nel 2024. Le nuove ordinazioni sono minime, con solo poche nomine all’anno.
Il parroco René Wilmink della parrocchia di San Giorgio a Eindhoven sperimenta ogni anno la pressione del periodo natalizio: ieri ha celebrato quattro messe fino a notte fonda e anche oggi è impegnato in diverse chiese.
Una risposta alla carenza di sacerdoti viene sempre più spesso dall’estero. Nella diocesi di ’s-Hertogenbosch, di cui fa parte Eindhoven, secondo Wilmink ormai un sacerdote su cinque proviene da altri paesi. Il teologo della cultura Frank Bosman dell’Università di Tilburg riconosce un movimento globale più ampio. «Questo è il fenomeno del “missionario al contrario”.
Un tempo i Paesi Bassi erano tra i principali esportatori di missionari, soprattutto verso Africa, Asia e Sud America. Con la secolarizzazione il flusso si è invertito: oggi sono i sacerdoti di quelle regioni a venire in Europa occidentale».
Sacerdoti internazionali a Eindhoven
Nella parrocchia di Wilmink lavorano il cappellano Arockiadoss Belavendran, originario dell’India, e il cappellano JohnBosco Ezedimbu, proveniente dalla Nigeria, dice NOS. Ezedimbu, che oggi ha celebrato con Wilmink una messa internazionale, è arrivato nei Paesi Bassi nel 2021 ed è cappellano ufficiale dal 2024, con particolare attenzione alla comunità internazionale e anglofona.
Anche per lui è una giornata intensa, ma rappresenta il momento più bello. «È il giorno più bello per me». All’interno della parrocchia si sente a suo agio: «Sono molto felice di poter lavorare qui. Sono nei Paesi Bassi da quattro anni e questo è stato il primo posto in cui ho lavorato», racconta. «Richiede molta energia, tempo e dedizione, ma sono davvero felice di essere qui».
Secondo Ezedimbu, alla messa internazionale sono presenti più di tredici nazionalità diverse. «Ci sono anche molte persone olandesi e la lingua principale è l’inglese»
Una goccia nel mare
Dai dati del Kaski emerge che non solo diminuisce il numero dei sacerdoti, ma anche quello delle chiese e delle parrocchie. In molte regioni gli edifici religiosi sono stati chiusi o accorpati. Eppure, a Natale, le chiese si riempiono. «In una domenica normale ci sono forse 180 persone in chiesa, la sera della vigilia di Natale anche 600», racconta Wilmink a NOS.
Anche il numero dei cattolici registrati continua infatti a diminuire: da oltre 3,6 milioni nel 2022 a 3,45 milioni nel 2024
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