Oggi si festeggia Maria Addolorata, le cose da sapere

Arte senza confini: Carlo Dolci - Firenze 1616 - 1687

La devozione alla Mater Dolorosa, molto diffusa soporattutto nei Paesi del Mediterraneo, si sviluppa a partire dalla fine dell’XI secolo. Fu Papa Pio VII nel 1814 a introdurla nel calendario liturgico romano fissandola al 15 settembre, il giorno dopo la festa dell’Esaltazione della Croce. La figura della Madre dei dolori che soffre per la Passione del Figlio ha dato origine a numerose rappresentazioni nell’arte, nella musica sacra e nella pietà popolare
La memoria della Vergine Addolorata nella liturgia cattolica richiama i fedeli a meditare il momento decisivo della storia della salvezza e a venerare la Madre associata alla Passione del Figlio e vicina a lui innalzato sulla croce. Questa ricorrenza di origine devozionale fu introdotta nel calendario romano dal papa Pio VII nel 1814. Il nome Addolorata, in latino Mater Dolorosa, ebbe larga diffusione nell’Italia Meridionale. C’è la tendenza a sostituirlo con il suo derivato spagnolo Dolores.
Quali sono le origini e la storia del culto?

La devozione alla Madonna Addolorata, che trae origine dai passi del Vangelo, dove si parla della presenza di Maria Vergine sul Calvario, prese particolare consistenza a partire dalla fine dell’XI secolo e fu anticipatrice della celebrazione liturgica, istituita più tardi. Il Liber de passione Christi et dolore et planctu Matris eius di ignoto (erroneamente attribuito a san Bernardo), costituisce l’inizio di una letteratura, che porta alla composizione in varie lingue del “Pianto della Vergine”.

Testimonianza di questa devozione è il popolarissimo Stabat Mater in latino, attribuito a Jacopone da Todi, il quale compose in lingua volgare anche le famose “Laudi”; da questa devozione ebbe origine la festa dei “Sette Dolori di Maria Santissima”.

Nel secolo XV si ebbero le prime celebrazioni liturgiche sulla “compassione di Maria” ai piedi della Croce, collocate nel tempo di Passione. A metà del secolo XIII, nel 1233, sorse a Firenze l’Ordine dei frati “Servi di Maria”, fondato dai Ss. Sette Fondatori e ispirato dalla Vergine. L’Ordine che già nel nome si qualificava per la devozione alla Madre di Dio, si distinse nei secoli per l’intensa venerazione e la diffusione del culto dell’Addolorata; il 9 giugno del 1668, la Sacra Congregazione dei Riti permetteva all’Ordine di celebrare la Messa votiva dei sette Dolori della Beata Vergine, facendo menzione nel decreto che i Frati dei Servi, portavano l’abito nero in memoria della vedovanza di Maria e dei dolori che essa sostenne nella passione del Figlio.

Successivamente, papa Innocenzo XII, il 9 agosto 1692 autorizzò la celebrazione dei Sette Dolori della Beata Vergine la terza domenica di settembre. Ma la celebrazione ebbe ancora delle tappe, man mano che il culto si diffondeva; il 18 agosto 1714 la Sacra Congregazione approvò una celebrazione dei Sette Dolori di Maria, il venerdì precedente la Domenica delle Palme e papa Pio VII, il 18 settembre 1814 estese la festa liturgica della terza domenica di settembre a tutta la Chiesa, con inserimento nel calendario romano.

Infine papa Pio X (1904-1914), fissò la data definitiva del 15 settembre, subito dopo la celebrazione dell’Esaltazione della Croce (14 settembre), con memoria non più dei “Sette Dolori”, ma più opportunamente come “Beata Vergine Maria Addolorata”.
Le devozioni popolari: i Sette Dolori di Maria

I Sette Dolori di Maria, corrispondono ad altrettanti episodi narrati nel Vangelo: 1) La profezia dell’anziano Simeone, quando Gesù fu portato al Tempio “E anche a te una spada trafiggerà l’anima”; 2) La Sacra Famiglia è costretta a fuggire in Egitto “Giuseppe destatosi, prese con sé il Bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto”; 3) Il ritrovamento di Gesù dodicenne nel Tempio a Gerusalemme “Tuo padre ed io angosciati ti cercavamo”; 4) Maria addolorata, incontra Gesù che porta la croce sulla via del Calvario; 5) La Madonna ai piedi della Croce in piena adesione alla volontà di Dio, partecipa alle sofferenze del Figlio crocifisso e morente; 6) Maria accoglie tra le sue braccia il Figlio morto deposto dalla Croce; 7) Maria affida al sepolcro il corpo di Gesù, in attesa della risurrezione.La liturgia e la devozione hanno compilato anche le Litanie dell’Addolorata, ove la Vergine è implorata in tutte le necessità, riconoscendole tutti i titoli e meriti della sua personale sofferenza.

La tradizione popolare ha identificato la meditazione dei Sette Dolori, nella pia pratica della Via Matris, che al pari della Via Crucis, ripercorre le tappe storiche delle sofferenze di Maria e sempre più numerosi sorgono questi itinerari penitenziali, specie in prossimità di Santuari Mariani, rappresentati con sculture, ceramiche, gruppi lignei, affreschi.

Le processioni penitenziali, tipiche del periodo della Passione di Cristo, comprendono anche la figura della Madre dolorosa che segue il Figlio morto, l’incontro sulla salita del Calvario, Maria posta ai piedi del Crocifisso; in certi Comuni le processioni devozionali, assumono l’aspetto di vere e proprie rappresentazioni altamente suggestive, specie quelle dell’incontro tra il simulacro di Maria vestita a lutto e addolorata e quello di Gesù che trasporta la Croce tutto insanguinato e sofferente.

In certe località queste processioni, che nel Medioevo diedero luogo anche a rappresentazioni sacre dette “Misteri”, assumono un’imponenza di partecipazione popolare, da costituire oggi un’attrattiva oltre che devozionale e penitenziale, anche turistica e folcloristica, cito per tutte la grande processione barocca di Siviglia.

Le espressioni artistiche: dalla musica all’arte
Al testo del celebre Stabat Mater, si sono ispirati musicisti di ogni epoca; tra i più illustri figurano Palestrina, Pergolesi, Rossini, Verdi, Dvorak. La Vergine Addolorata è stata raffigurata lungo i secoli in tante espressioni dell’arte, specie pittura e scultura, frutto dell’opera dei più grandi artisti che secondo il proprio estro, hanno voluto esprimere in primo luogo la grande sofferenza di Maria.
Come è raffigurata l’Addolorata?

Di solito è vestita di nero per la perdita del Figlio, con una spada o con sette spade che le trafiggono il cuore. Altro soggetto molto rappresentato è la Pietà, penultimo atto della Passione, che sta fra la deposizione e la sepoltura di Gesù.

Il termine “Pietà” sta ad indicare nell’arte, la raffigurazione dei due personaggi principali Maria e Gesù, la madre e il figlio; Maria lo sorregge adagiato sulle sue ginocchia, oppure sul bordo del sepolcro insieme a s. Giovanni apostolo (Michelangelo e Giovanni Bellini). Capolavoro dell’intensità del dolore dei presenti, è il “Compianto sul Cristo morto” di Giotto.

Nel Santuario dell’Addolorata di Castelpetroso (Isernia), secondo l’apparizione del 1888, Gesù è adagiato a terra e Maria sta in ginocchio accanto a lui e con le braccia aperte lo piange e lo offre nello stesso tempo.

Quali sono le Congregazioni religiose dedite al culto dell’Addolorata?

In virtù del culto così diffuso all’Addolorata, ogni città e ogni paese ha una chiesa o cappella a lei dedicata; varie Confraternite assistenziali e penitenziali, come pure numerose Congregazioni religiose femminili e alcune maschili, sono poste sotto il nome dell’Addolorata, specie se collegate all’antico Ordine dei Servi di Maria.

L’amore e la venerazione per la Consolatrice degli afflitti e per la sua ‘compassione’, ha prodotto, specie nell’Ordine dei Servi splendide figure di santi, ne citiamo alcuni: I Santi Sette Fondatori, Giuliana Falconieri, Filippo Benizi, Pellegrino Laziosi, Antonio Maria Pucci, Gabriele dell’Addolorata (passionista), senza dimenticare, primo fra tutti, San Giovanni apostolo ed evangelista, sempre accanto a lei per confortarla e condividerne l’indicibile dolore, accompagnandola fino al termine della sua vita.
Famiglia Cristiana

Quando il diritto canonico prevale sul Vangelo? Dal Messico a Firenze, una tensione che attraversa la Chiesa

Quando il diritto canonico prevale sul Vangelo? Dal Messico a Firenze, una tensione che attraversa la Chiesa

ROMA-ADISTA. Un vescovo emerito in Messico è finito al centro delle polemiche per aver concelebrato la Messa insieme a una pastora anglicana (v. Adista Notizie n. 31/25). La donna, pur non appartenendo alla Chiesa cattolica, ha partecipato in modo attivo al rito, con gesti riservati al celebrante.
La reazione non si è fatta attendere: teologi e fedeli hanno denunciato il gesto come abuso liturgico e sacrilegio, richiamando il Codice di Diritto Canonico e le norme liturgiche della Chiesa cattolica che vietano simili interventi. L’argomento è chiaro: la liturgia non appartiene al singolo celebrante, ma è un patrimonio comune da custodire con fedeltà.
Accanto a questa condanna, però, si sono levate voci critiche. Secondo molti osservatori, la Chiesa appare pronta a reagire con fermezza quando si tratta di violazioni del diritto canonico, mentre mostra maggiore lentezza nell’affrontare sfide pastorali e sociali più gravi: ingiustizie, povertà, abusi.
Da qui l’accusa: i vescovi finiscono per difendere la norma più del Vangelo, privilegiando la salvaguardia della disciplina liturgica rispetto alla testimonianza cristiana dell’accoglienza e della fraternità. È il rischio del legalismo ecclesiastico, in cui la regola diventa fine a sé stessa e non più mezzo per annunciare la buona notizia.
Sociologicamente, questo scontro non è nuovo: si ripete ogni volta che un gesto profetico o simbolico rompe gli equilibri consolidati.
1. Qualcuno compie un atto che mette il Vangelo al centro, oltre la regola.
2. L’istituzione ecclesiastica reagisce richiamandosi al diritto canonico per difendere l’unità.
3. Le comunità critiche percepiscono questa reazione come un tradimento dello spirito evangelico.
Il diritto canonico svolge così una funzione di controllo e coesione sociale, proteggendo l’istituzione più che la dimensione profetica della fede.
Vorrei citare alcuni esempi della storia della Chiesa contemporanea.
L’Isolotto a Firenze (1968): il cardinale Florit rimosse don Enzo Mazzi e la sua comunità, colpevoli di vivere il Vangelo con un’attenzione radicale ai poveri e alle lotte sociali. La regola canonica prevalse sull’esperienza di fede comunitaria.
La teologia della liberazione in America Latina: movimenti popolari che legavano il Vangelo alla giustizia sociale furono messi sotto osservazione da Roma per paura di deviazioni ideologiche.
Il Cammino sinodale in Germania: le richieste di riforma su celibato, ruolo delle donne e benedizione delle coppie omosessuali si scontrano con il diritto canonico universale.
Papa Francesco e i tradizionalisti: il pontificato del vescovo di Roma, venuto dalla fine del mondo, ha mostrato chiaramente la frattura. Francesco ha sempre insistito sulla misericordia e l’inclusione, mentre i suoi oppositori hanno difeso la norma come garanzia di ortodossia.
Il caso del vescovo emerito messicano non è quindi un episodio isolato, ma l’ennesima manifestazione di una tensione storica: il diritto canonico, che preserva l’ordine e l’identità istituzionale. Il Vangelo, che chiede apertura, dialogo e misericordia. Tra queste due logiche la Chiesa continua a muoversi, oscillando tra il timore di perdere la propria coesione e il desiderio di testimoniare un annuncio radicale di fraternità. Alla fine per molti resta solo un desiderio, mentre bisognerebbe avere il coraggio della denuncia profetica. Purtroppo, oggi,con il pontificato di Papa Leone XIV, la denuncia profetica è quasi assente.
di Arturo Formola è docente di Sociologia generale presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose Interdiocesano, Capua

(Foto presa da Unsplash, immagine originale e licenza)

15 Settembre, Messa del Giorno, BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATA – MEMORIA

Colore Liturgico Bianco

Antifona
Simeone disse a Maria:
«Egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele
e come segno di contraddizione, e anche a te una spada trafiggerà l’anima». (Lc 2,34-35)

Colletta
O Padre, che accanto al tuo Figlio, innalzato sulla croce,
hai voluto presente sua Madre, a lui unita nel dolore,
fa’ che la tua Chiesa,
resa con lei partecipe della passione di Cristo,
giunga alla gloria della risurrezione.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.

Prima Lettura
Imparò l’obbedienza e divenne causa di salvezza eterna.
Dalla lettera agli Ebrei
Eb 5,7-9

Cristo, nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito.
Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono.

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale
Dal Sal 30 (31)

R. Salvami, Signore, per la tua misericordia.

In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso;
difendimi per la tua giustizia.
Tendi a me il tuo orecchio. R.

Vieni presto a liberarmi.
Sii per me una roccia di rifugio,
un luogo fortificato che mi salva.
Perché mia rupe e mia fortezza tu sei,
per il tuo nome guidami e conducimi. R.

Scioglimi dal laccio che mi hanno teso,
perché sei tu la mia difesa.
Alle tue mani affido il mio spirito;
tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele. R.

Ma io confido in te, Signore;
dico: «Tu sei il mio Dio,
i miei giorni sono nelle tue mani».
Liberami dalla mano dei miei nemici
e dai miei persecutori. R.

Quanto è grande la tua bontà, Signore!
La riservi per coloro che ti temono,
la dispensi, davanti ai figli dell’uomo,
a chi in te si rifugia. R.

SEQUENZA [facoltativa]

[Addolorata, in pianto [Stabat Mater dolorósa
la Madre sta presso la Croce iuxta crucem lacrimósa,
da cui pende il Figlio. dum pendebat fílius.

Immersa in angoscia mortale Cuius ánimam geméntem,
geme nell’intimo del cuore contristátam et doléntem
trafitto da spada. pertransívit gládius.

Quanto grande è il dolore O quam tristis et afflícta
della benedetta fra le donne, fuit illa benedícta
Madre dell’Unigenito! Mater Unigéniti!

Piange la Madre pietosa Quae maerébat et dolébat,
contemplando le piaghe pia Mater, dum vidébat
del divino suo Figlio. Nati poenas íncliti!

Chi può trattenersi dal pianto Quis est homo, qui non fleret,
davanti alla Madre di Cristo Matrem Christi si vidéret
in tanto tormento? in tanto supplício?

Chi può non provare dolore Quis non posset contristári,
davanti alla Madre Christi Matrem contemplári
che porta la morte del Figlio? doléntem cum filio?

Per i peccati del popolo suo Pro peccátis suae gentis
ella vede Gesù nei tormenti vidit Iesum in torméntis
del duro supplizio. et flagellis subditúm.

Per noi ella vede morire Vidit suum dulcem natum
il dolce suo Figlio, moriéndo desolátum,
solo, nell’ultima ora. dum emisit spíritum.

O Madre, sorgente di amore, Eia Mater, fons amóris,
fa’ ch’io viva il tuo martirio, me sentíre vim dolóris
fa’ ch’io pianga le tue lacrime. fac, ut tecum lúgeam!

Fa’ che arda il mio cuore Fac, ut árdeat cor meum
nell’amare il Cristo-Dio, in amándo Christum Deum,
per essergli gradito.] ut sibi compláceam.]

Ti prego, Madre santa: Sancta Mater, istud agas,
siano impresse nel mio cuore crucifíxi fige plagas
le piaghe del tuo Figlio. cordi meo válide.

Uniscimi al tuo dolore Tui nati vulneráti
per il Figlio tuo divino tam dignáti pro me pati
che per me ha voluto patire. poenas mecum dívide.

Con te lascia ch’io pianga Fac me vere tecum flére,
il Cristo crocifisso crucifíxo condolére
finché avrò vita. donec ego vixero.

Restarti sempre vicino Iuxta crucem tecum stare
piangendo sotto la croce: et me tibi sociáre
questo desidero. in planctu desidero.

O Vergine santa tra le vergini, Virgo virginum praeclára,
non respingere la mia preghiera, mihi iam non sis amára:
e accogli il mio pianto di figlio. fac me tecum plángere.

Fammi portare la morte di Cristo, Fac, ut portem Christi mortem,
partecipare ai suoi patimenti, passiónis fac consórtem,
adorare le sue piaghe sante. et plagas recólere.

Ferisci il mio cuore con le sue ferite, Fac me plagis vulnerári,
stringimi alla sua croce, fac me Cruce inebriári
inèbriami del suo sangue. et cruóre Fílii.

Nel suo ritorno glorioso Flammis ne urar succénsus,
rimani, o Madre, al mio fianco, per te, Virgo, sim defénsus
salvami dall’eterno abbandono. in die iudícii.

O Cristo, nell’ora del mio passaggio Christe, cum sit hinc exíre,
fa’ che, per mano a tua Madre, da per matrem me venire
io giunga alla mèta gloriosa. ad palmam victóriae.

Quando la morte dissolve il mio corpo Quando corpus moriétur,
aprimi, Signore, le porte del cielo, fac, ut animae donétur
accoglimi nel tuo regno di gloria. paradísi glória.

Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.

Beata la Vergine Maria,
perché senza morire meritò, sotto la croce del Signore,
la palma del martirio.

Alleluia.

Vangelo
Ecco tuo figlio! Ecco tua madre!
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 19,25-27

In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala.
Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.

Parola del Signore.

Oppure:

Anche a te una spada trafiggerà l’anima.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 2,33-35

In quel tempo, il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

Parola del Signore.

Sulle offerte
Accetta, Dio misericordioso,
a lode del tuo nome, le preghiere e le offerte della Chiesa
nella devota memoria della beata Vergine Maria,
che nella tua bontà hai dato a noi come Madre dolcissima
mentre stava presso la croce di Gesù.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

Antifona alla comunione
Voi che partecipate alla passione di Cristo, rallegratevi,
perché anche nella rivelazione della sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare. (Cf. 1Pt 4,13)

Dopo la comunione
O Signore, che ci hai nutriti
con i sacramenti della redenzione eterna,
fa’ che nella memoria della beata Vergine Maria,
partecipe della passione del Figlio,
portiamo a compimento, a favore della Chiesa,
ciò che manca in noi dei patimenti di Cristo.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.