Riconoscimento dei Preti Sposati: Una Nuova Prospettiva per la Chiesa

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La crescente richiesta di accoglienza per i sacerdoti sposati sta diventando sempre più rilevante, soprattutto in seguito alla vicenda di don Luca Favarin.

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La questione del celibato sacerdotale è tornata al centro del dibattito ecclesiale dopo le recenti dichiarazioni di don Luca Favarin, un ex sacerdote padovano. Uscito dalla Chiesa tre anni fa, Favarin ha trovato l’amore e ora sogna di formare una famiglia. Le sue parole hanno suscitato l’attenzione del Movimento Internazionale dei Sacerdoti Sposati, che sostiene la necessità di riaccogliere i sacerdoti che hanno scelto di costruire una vita al di fuori del sacerdozio tradizionale.

La scelta di don Luca Favarin
Don Luca ha condiviso la sua storia con sincerità: “Mi sono innamorato e ho trovato una donna speciale nella mia vita“. La sua decisione di allontanarsi dal clero è stata motivata non solo dal desiderio di stabilire una relazione intima, ma anche da una riflessione profonda sulla sua vocazione e sul significato dell’amore. “Vorrei anche un figlio“, ha aggiunto, sottolineando il suo desiderio di una vita familiare. Questa sua scelta ha aperto un dibattito sulla compatibilità tra amore e sacerdozio.

Il movimento per i preti sposati
Il Movimento Internazionale dei Sacerdoti Sposati ha accolto con entusiasmo la storia di don Luca, sottolineando che l’amore e l’altare possono coesistere. Secondo il movimento, i preti sposati rappresentano una risorsa preziosa per la Chiesa, e il loro legame con Dio non è compromesso dal matrimonio. “La Chiesa dovrebbe riaccogliere i preti sposati e le loro famiglie, riconoscendo il valore che portano alla comunità”. Questa richiesta è rivolta ai vertici vaticani, affinché si possa avviare un processo di integrazione per coloro che hanno scelto di vivere una vita familiare.

Il caso di Ischia: una fuga d’amore
Un’altra storia che ha catturato l’attenzione è accaduta nella piccola comunità di Barano, sull’isola d’Ischia. Qui, un parroco ha visto la sua vita professionale stravolta dopo che una parrocchiana ha deciso di abbandonare il marito alla vigilia di Natale per unirsi a lui. Questo evento ha scosso profondamente la comunità, facendo emergere interrogativi sulla condotta dei sacerdoti e le relazioni personali.

La reazione della diocesi
Il vescovo di Ischia, monsignor Carlo Villano, ha dovuto affrontare la situazione con cautela, decidendo di prendere il posto del parroco autosospeso durante le celebrazioni religiose. In un messaggio ai fedeli, ha invitato alla riflessione e alla comprensione, cercando di ridurre le voci e i pettegolezzi che circolavano in merito alla vicenda. “In un contesto di superficialità, è fondamentale promuovere l’autenticità e il rispetto per la dignità degli altri“, ha affermato, cercando di riportare la calma nella comunità.

Un dibattito aperto sul celibato
Le storie di don Luca e del parroco di Ischia riaprono un tema cruciale: il celibato ecclesiastico. Il Movimento internazionale dei sacerdoti sposati evidenzia che la crisi dei preti è una realtà palpabile, e che il Papa potrebbe contribuire a una svolta. “I preti sposati possono diventare una risorsa importante per la Chiesa, soprattutto nelle parrocchie che affrontano difficoltà nel trovare sacerdoti”. La possibilità di essere riaccolti con un provvedimento canonico è vista come un passo necessario verso una maggiore inclusione e riconoscimento.

La questione dei preti sposati è complessa e sfaccettata. Mentre alcune storie, come quella di don Luca Favarin, evidenziano la ricerca di un amore autentico, altre, come quella del parroco di Ischia, pongono interrogativi sulla condotta etica dei sacerdoti. La Chiesa potrebbe trovare un modo per integrare queste esperienze, arricchendo così la propria comunità.

La nuova vita di don Luca Favarin dopo aver lasciato la Chiesa: «Sto con una donna per la prima volta e voglio un figlio. La fede? C’è ancora»

La nuova vita di don Luca Favarin dopo aver lasciato la Chiesa: «Sto con una donna per la prima volta e voglio un figlio. La fede? C’è ancora»

«Mi sono innamorato e sto con una donna a cui tengo molto. Ora è presto, ma vorrei anche un figlio». Con queste parole Luca Favarin, ex sacerdote padovano uscito dalla Chiesa ormai tre anni fa, racconta la nuova fase della sua vita, la prima lontana dall’abito talare con una relazione sentimentale. A 53 anni, Favarin, che per anni è stato un volto noto delle battaglie per i diritti civili, l’accoglienza dei migranti, la comunità lgbtqia+ e il reinserimento dei detenuti, spiega di aver voltato pagina del tutto dopo la rottura con la diocesi di Padova e con il vescovo Claudio Cipolla. «Sono passati ormai tre anni e da quando sono uscito dalla dimensione cattolica non ho più visto e sentito nessuno», dice a Luca Preziusi de Il Messaggero. L’ex sacerdote rivela che la relazione è nata senza cercarla: «È arrivata. Io ho fatto una scelta ben precisa ed è quella di non non nascondermi. E questo ha pagato anche dal punto di vista sentimentale».

La relazione con la compagna
Sulla relazione con la nuova compagna non vuole spingersi troppo nel racconto. «Sono innamorato di una donna magnifica, un po’ più giovane di me e che lavora nel sociale. Non voglio dire però nient’altro su di lei, perché voglio tutelarla. Io ormai sono diventato un personaggio pubblico, ma lei no e non voglio trascinarla in eventuali gossip». Il rapporto, racconta, è recente ma importante: «Ci conoscevamo da un po’, poi il mondo del sociale ci ha uniti e fatti innamorare. Per quanto si tratti della mia prima storia d’amore, non ho ventanni. Quindi magari l’aspetto poetico ne risente un po’, ma io sono profondamente innamorato. Altro che cottarella, voglio un figlio». Favarin non esclude che il figlio possa anche arrivare tramite l’adozione.

«Nella Chiesa sono visto come un mezzosangue»
La nuova relazione si intreccia con una frattura profonda con il mondo ecclesiastico: «Tranne un paio di preti, tra i più anziani, nessuno mi ha cercato. In quel mondo sono visto come un “mezzosangue”», dice. Nonostante questo, la fede per Favarin resta un punto fermo, pur separata dall’istituzione: «L’amore per Dio rimane intatto, anche se sono critico sull’impianto ecclesiastico». Oggi, dice, la sua vita scorre con equilibrio tra lavoro, attivismo e questo nuovo sentimento. E anche la sua compagna, inizialmente cauta, avrebbe superato ogni imbarazzo: «All’inizio qualche disagio lo aveva, forse più perché sono un personaggio pubblico e non perché ero un prete. Poi nel tempo tutto è diventato molto normale».

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