“Amore e sacerdozio possono convivere insieme”… Sul caso del prete di Ischia rilanciate nuove tesi teologiche sul sacerdozio
Il Movimento Internazionale dei sacerdoti sposati, fondato nel 2003 da don Giuseppe Serrone, teologo e parroco oggi sposato, interviene sul caso di Ischia di don Antonio Scala che intervistato nel programma “Storie Italiane” su Rai1, ha condiviso i suoi sentimenti, affermando di non rimpiangere la sua scelta e di ritenere che questa esperienza sia stata un dono. La sua storia solleva interrogativi sul conflitto tra vita personale e vocazione religiosa in un contesto socioculturale sempre più complesso.
Don Serrone ha rilanciato le tesi teologiche contenute nel libro di don Basilio Petrà “Preti celibi e preti sposati. Due carismi nella Chiesa Cattolica” (Basilio Petrà, presbitero della diocesi di Prato, è professore emerito di Teologia morale della Facoltà Teologica dell’Italia Centrale, della quale è stato Preside dal 2017 al 2021. Dal 2014 al 2017 è stato Presidente dell’ATISM, l’Associazione dei Teologi Moralisti Italiani. Ha tenuto e tiene corsi di Teologia morale patristica ed ortodossa all’Accademia Alfonsiana di Roma, al Pontificio Istituto Orientale e all’Istituto di Teologia Ecumenica “S. Nicola” di Bari.).
Questo libro è dedicato a un tema raramente trattato: il valore teologico del sacerdozio uxorato. Molti vedono in questa condizione di vita un modo per superare i problemi posti dalla legislazione celibataria e talora sembra che essa possa assicurare una soluzione ai fallimenti pubblici o privati del celibato obbligatorio. Tuttavia il sacerdozio uxorato non riceve il suo senso dalla sua possibile funzionalità pratica: o nasce dalla volontà di Dio in vista della salvezza degli uomini e rende presente il mistero di Cristo oppure nessun vantaggio disciplinare e pratico può legittimarlo teologicamente. L’intento di questo volume è quello di mostrare che la Chiesa cattolica dal Concilio Vaticano? II ha riconosciuto formalmente il valore teologico del sacerdozio uxorato, considerandolo una condizione certamente distinta dalla forma del sacerdozio celibatario ma ugualmente densa di valore teologico, anche se questo riconoscimento è stato ed è ancor oggi combattuto e non pienamente recepito in tutta la Chiesa.
Altre intuizioni sono contenute sempre nel testo di don Petrà “Preti sposati per volontà di Dio. Saggio su una Chiesa a due polmoni”. L’espressione «Chiesa ‘a due polmoni’» ha poco più di settant’anni. Pare l’abbia usata per la prima volta nel 1930 il poeta russo V. Ivanov. Questa suggestiva metafora, ricca di forza simbolica, ha subìto col tempo diverse applicazioni. Giovanni Paolo II l’assume e l’utilizza con continuità, facendone una parola d’ordine del suo pontificato per indicare il progetto di realizzazione della piena comunione tra Oriente e Occidente nell’unità cattolica. Il saggio proposto da Petrà si apre con uno studio sull’evoluzione e sul significato del linguaggio dei ‘due polmoni’, che consente di ben vedere come sotto questa immagine si nasconda in realtà la questione della cattolicità del magistero e come tale questione debba essere formalmente e adeguatamente affrontata per evitare difficili compatibilità all’interno del magistero stesso. Ne sono un esempio alcune differenze che l’autore riscontra tra il Codice di diritto canonico (CIC), il Codice dei canoni delle Chiese Orientali (CCEO), il Catechismo della Chiesa cattolica (CCE) e l’esortazione apostolica Pastores dabo vobis. Il saggio affronta poi concretamente un caso di difficoltà del magistero cattolico, quello concernente la legge sul celibato ecclesiastico. Riscontra l’inclinazione di documenti e testi ad assumere posizioni prettamente latinocentriche, quasi dimentiche dell’esistenza della tradizione orientale, che contempla il sacerdozio uxorato. Infine suggerisce alcune modalità attraverso cui il problema può essere risolto, assumendo con consapevolezza formale la cattolicità del magistero e cogliendo i punti teologici attorno ai quali la sua armonia unitaria può essere ricostruita.
per contatto: sacerdotispsoati@gmail.com