Verona: la precipitosa marcia indietro della Curia su Campedelli

Verona: la precipitosa marcia indietro della Curia su Campedelli

VERONA-ADISTA. «Non c’è nessuna procedura di licenziamento in corso da parte del Servizio diocesano per l’Irc nei confronti del sacerdote Marco Campedelli, anche perché il professore don Marco è incaricato annuale, con contratto che parte dal 1 settembre dell’inizio dell’anno scolastico e scade il 31 agosto dell’anno seguente. Quindi il prof. don Marco Campedelli è ancora pienamente in servizio come docente di religione presso il Liceo Maffei».

La prevedibile dichiarazione della Diocesi di Verona, il giorno dopo la diffusione della notizia del licenziamento di Marco Campedelli dal suo ruolo di professore di religione, comunicata telefonicamente al diretto interessato il 29 giugno, arriva dopo 24 ore di terremoto umano e mediatico che ha generato una massiccia mobilitazione generale da parte di cattolici della città, studenti, colleghi, amici, teologi. Una mobilitazione indignata per la misura presa dal vescovo, offesosi per la franchezza del “suo” prete; per quel modo snaturare la Chiesa, facendone una realtà autoritaria e dispotica, indisponibile al confronto anche su temi politici; una mobilitazione ricca di partecipazione affettuosa verso il prof. Campedelli, corsa sui giornali, sui social, persino con un “presidio di solidarietà”, organizzato per questa sera alle 19 in Piazza dei Signori, e una petizione sul sito change.org che ha già raccolto, in 24 ore, più di 6.000 firme. Una reazione compatta, clamorosa e fragorosa che, comprensibilmente, deve aver spaventato il vescovo dimissionario.

Ma la comunicazione della revoca a Marco Campedelli dell’abilitazione all’insegnamento non era ancora scritta nero su bianco, e ciò, si suppone, ha consentito alla Curia di Verona di negare che nulla fosse mai accaduto, di mostrare anzi un certo stupore, allo scopo di parare il tonfo rovinoso nell’immagine del vescovo Giuseppe Zenti e di placare le acque. Tanto da sentirsi in diritto, oggi, come se nulla fosse, di compiere un cerimonioso ma grottesco atto di ossequio alla categoria tutta degli insegnanti di religione, con cui la dichiarazione si chiude: «La Chiesa di Verona manifesta in questo modo la sua vicinanza e stima ai docenti di religione e li rassicura che non è in corso alcuna deriva gestionale nei loro confronti».

E la Curia cade in piedi con una elegante giravolta.

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