Prete a giudizio per molestie: vuole difendersi nel processo

Serina (Bergamo), 19 novembre 2014 – Per cinque anni,dal 2001 al 2005, avrebbe abusato, palpeggiandola in più occasioni, di una ragazzina che all’inizio della vicenda aveva solo 6 anni (adesso ne ha 19). Per questo un prete bergamasco, don Marco Ghilardi, 38 anni, ex vice parroco della parrocchia di Serina, in Valle Brembana, è stato rinviato a giudizio dal gup Bianca Maria Bianchi con l’accusa di violenza sessuale. Il processo nei confronti del sacerdote, assistito dall’avvocato Roberto Bruni, inizierà il 24 giugno prossimo.

Il religioso, che attualmente si trova in un convento francescano di Trento, nega decisamente di aver mai molestato la giovane e non si spiega perchè lei l’abbia denunciato. La ragazza, invece, ha sempre ripetuto agli inquirenti, coordinati dal pm Gianluigi Dettori, di aver subito le attenzioni a sfondo sessuale, dal periodo in cui frequentava le scuole elementari e fino al primissimo periodo delle medie. Don Ghilardi all’epoca era il suo insegnante di religione a scuola ma anche vice parroco e coordinatore dell’oratorio frequentato dalla ragazzina: i presunti abusi denunciati, stando alle contestazioni, sarebbero avvenuti sia a scuola che all’oratorio. A carico del sacerdote era stata chiesta anche una misura cautelare (gli arresti domiciliari), respinta però dal gip, sia per la lontananza nel tempo dei fatti (l’ultimo risalirebbe al 2005), sia perchè don Ghilardi si era già allontanato da tempo e volontariamente da Serina.

La presunta vittima si era decisa a parlare solo nel luglio del 2013, una settimana prima di compiere 18 anni. Era passato molto tempo dalle presunte molestie; si era recata dai carabinieri colpita da un episodio: un amico che aveva sporto denuncia per un pugno preso in faccia. «Lui per una cosa del genere sì e io no?», aveva rivelato ai militari. Aveva poi aggiunto di non aver detto nulla prima per paura di non essere creduta dai genitori, assai devoti, come lei, che poi invece ha avuto il rigetto per tutto quello che riguarda la chiesa.

Secondo la difesa, invece, la denuncia della giovane susciterebbe perplessità molto forti, essendo in diverse parti inverosimile. Sarebbe necessaria una verifica punto per punto: per questo motivo don Ghilardi non ha fatto ricorso a riti alternativi, ma ha preferito difendersi in aula nel corso di un processo ordinario che possa far piena luce sulla vicenda.

di Michele Andreucci

ilgiorno.it

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