Aliminusa, abusò di una minorenne: don Paolino Marchese condannato a 5 anni in Cassazione

paolino cassazione

Lui ha sempre negato. Ha sempre parlato di una “storia d’amore”. Ma i giudici non gli hanno creduto, ed anche in Cassazione don Paolino Marchese, ora semplice laico, è stato condannato a 5 anni e 6 mesi per violenza sessuale e atti di sessuali con minorenne. La storia arriva da Aliminusa racconta del parroco del borgo madonita che inizia quella che, secondo lui è una relazione d’amore, quando la ragazza ha appena 13 anni e finisce quando la ragazza è da poco diventata maggiorenne. I giudici non credono mai alla versione del prete. I genitori della ragazza avevano chiesto al parroco un maxi-risarcimento per mettere a tacere la vicenda. Una richiesta rifiutata da Marchese. Quindi partì l’inchiesta dei Carabinieri della compagnia di Termini Imerese per presunti abusi sessuali. Secondo il racconto degli inquirenti. la storia comincia quando la ragazzina confidò al prete di voler diventare suora. E iniziò a frequentare assiduamente la parrocchia di Aliminusa. Con la scusa di accompagnare il percorso vocazionale della ragazzina, don Paolino avrebbe approfittato della situazione per intraprendere con la ragazza un “rapporto d’amore” che sarebbe andata avanti per anni, fino a quando venne scoperto dai genitori. Era l’estate del 2014.

La ragazzina si era trasferita a Roma e si era liberata di quello che era diventato un incubo. Era andata in cura anche da una psicologa ed era venuta a contatto con un maresciallo della compagnia dei Carabinieri di Termini, Jessica Burattin. L’ultimo abuso risalirebbe a quando la ragazza aveva 16 anni, perché i giudici hanno escluso che i rapporti avuti dopo il compimento dei 16 anni e terminati dopo il compimento della maggiore età fossero non consenzienti. Al processo di primo grado il parroco parlò di vera storia d’amore. La stessa ragazzina, come fecero emergere i difensori del parroco, nelle sue deposizioni negò sempre di essere stata vittima di violenza, arrivando ad affermare che si sentiva “fidanzata” di don Paolino. Ma nonostante ciò, il Gup Sabina Raimondo condannò il prete a sei anni di reclusione e 200 mila euro di risarcimento. Una sentenza che venne riformata dalla terza sezione della Corte d’Appello di Palermo presieduta da Raimondo Loforti che accolse in parte la linea della difesa e ridusse la pena si sei mesi. Verdetto confermato dalla Cassazione.

madoniapress.it

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