Sacerdoti sposati si offrono per la diocesi di Oristano che ha sempre meno sacerdoti giovani

La redazione dei sacerdoti lavoratori sposati ha commentato la notizia apparsa sul quotidiano online “Unione Sarda” sull’età media dei sacerdoti nella diocesi di Oristano: “siamo pronti a rientrare in servizio attivo nelle parrochhie seil Vescovo Mons. Ignazio Sanna ci rivolgesse un invito in tal senso”. Attraverso le pagine del blog lanciamo un appello a tutti i vescovi residenziali italiani: “Riaccogliete in servizio i sacerdoti sposati sono una ricchezza”. Il direttore e fondatore dell’Associazione don Giuseppe Serrone in passato collaborò con la segreteria della Conferenza Episcopale Europea sensibilizzando con vari interventi sui media i vescovi italiani sulle tematiche dei sacerdoti sposati, delle donne dei preti e dei diritti civili e religiosi (ndr)

monsignaziosanna

S. E. Mons. Ignazio Sanna

In basso l’articolo tratto da unionesarda.it

L’età media degli oltre cento sacerdoti dell’Arcidiocesi di Oristano viaggia sui 67 anni. Potrebbe scendere di qualche anno se non si contassero i quasi 106 anni di don Francesco Noli, che risulta essere il sacerdote più vecchio d’Italia, ma la sostanza non cambierebbe di molto.

Lo ha ammesso l’arcivescovo Ignazio Sanna tirando le conclusioni della visita pastorale che nel corso di tre anni lo ha portato in tutte le 85 parrocchie della Diocesi. E la sostanza – ha spiegato – è che già nei prossimi anni, aumenterà il numero dei parroci che dovranno occuparsi di più parrocchie, come adesso già fanno una decina di loro. Mons. Sanna non vede comunque questo fenomeno come necessariamente negativo. Anche perché la dimensione media delle parrocchie è molto piccola. Nessuna supera i 5 mila abitanti, tante non arrivano neanche a mille e molte si fermano sotto la soglia dei 500 abitanti. Quello dell’età avanzata peraltro è un fenomeno che non riguarda solo i parroci ma anche i loro parrocchiani, come dimostra una recente indagine voluta dallo stesso arcivescovo. Se la percentuale dei residenti che si dichiarano cattolici tocca quota il 90%, quelle dei praticanti, di chi va a messa tutte le domeniche, di chi si confessa almeno una volta al mese, di chi accetta e condivide tutti i dettami della Chiesa sono molto più basse e lo sono ancora di più se si prendono in considerazione le fasce di età più giovani. Riconoscere la realtà, per monsignor Sanna, non significa però rassegnarsi. Per cambiarla in meglio si può cominciare affrontandola con ottimismo, ha detto pensando prima di tutto ai propri sacerdoti, ma è necessario anche per esempio ripensare i tempi e i modi della Catechesi, che non può più essere finalizzata quasi esclusivamente al ricevimento dei sacramenti e che non si vede perché debba continuare a seguire i ritmi dell’anno scolastico civile fermandosi per una intera stagione.

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