Indagini sui “giorni del Corvo” in Vaticano

Decisioni senza precedenti in Vaticano. Papa Ratzinger è intenzionato a vederci chiaro sugli intrighi che Oltretevere hanno angustiato la Chiesa e, soprattutto il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone. I giorni del Corvo sono ormai lontani ma la cura sulla necessità di stanare il Corvo è ancora molto presente. Per volontà del Pontefice e dello stesso Bertone, nel timore che abbiano a ripetersi episodi spiacevoli come tre-quattro mesi or sono, quando arrivarono ai giornali documenti – di dubbia provenienza e autenticità – che gettarono discredito sul porporato rivelando una conflittualità sorprendente nei sacri Palazzi.
Il Papa ha nominato una Commissione superiore, o speciale, con il compito di svolgere discrete indagini sui giorni del Corvo in Vaticano. Questa Commissione è presieduta dall’ex braccio destro di Josemaria Escrivá, fondatore dell’Opus Dei, il cardinale Julian Herranz, giurista e leader dell’Obra, ventidue anni al vertice dell’Opus Dei, una fama di uomo integerrimo e di grande fermezza e rigore.

Gli altri due membri della Commissione superiore sono il prefetto emerito di Propaganda Fide, Josef Tomko, e Salvatore De Giorgi, già arcivescovo di Palermo e predecessore del cardinale Paolo Romeo nel capoluogo dell’Isola.
I tre porporati dovranno portare alla luce gli intrighi e proporre le conseguenti decisioni per ristabilire il clima di fiducia turbato dalla divulgazione in televisione, giornali ed altri mezzi di comunicazione di documenti coperti dal segreto d’ufficio.

La designazione di Salvatore De Giorgi, tuttavia, ha suscitato sorpresa, perché al centro dell’indagine, che Herranz, Tomko e dello stesso ex arcivescovo si preparano a svolgere, c’è l’attuale arcivescovo di Palermo, il cardinale Paolo Romeo.
Uno degli episodi che destarono sconcerto e diedero la stura a mille sospetti, ebbe proprio Romeo, protagonista, magari incolpevole, a causa di un viaggio fatto in Cina in novembre dello scorso anno, durante il quale egli incontrò uomini d’affari ed interlocutori vari. Dai giornali, in prima linea Il Fatto Quotidiano, arrivò un documento, redatto in lingua tedesca, nel quale veniva attribuito al cardinale Romeo un’infausta previsione sui giorni che restavano da vivere a Papa Ratzinger. Due anni, non di più. Una previsione che provocò forti preoccupazioni perché fecero sospettare anche un complotto e un attentato alla vita del Papa.

Un’ipotesi che, invero, venne successivamente accantonata a favore di una infermità grave del Pontefice. Entrambi i sospetti si rivelarono non veritieri, il cardinale Romeo, in particolare, smentì ogni cosa. Il suo viaggio di cinque giorni in Cina (compresi due giorni di viaggio), rimase misterioso nelle motivazioni, ma affatto segreto, essendo stato reso noto preventivamente in Vaticano.
Dopo la pubblicazione del documento, apocrifo – divenuto sui media ennesima fuga di notizie dal Vaticano – c’è stato un incontro assai breve fra il cardinale di Palermo e Papa Ratzinger. Poi il silenzio.
La presenza di De Giorgi nella Commissione superiore, propone qualche domanda sulle ragioni della scelta, in considerazione della comune “gestione” dell’Arcivescovato di Palermo. Ci si chiede, forse inopportunamente, se questa scelta favorisca o danneggi Romeo. Di sicuro, De Giorgi è il porporato che meglio di chiunque altro, conosce la Chiesa siciliana. Uomini e cose. (SiciliaInformazioni.com, 30 aprile 2012 ore 05:54)

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