Il parroco spiega la Comunione negata: “Serve tempo, il bimbo va preparato”

IL RIFIUTO della Prima comunione a un bimbo di 10 anni con disagio psichico e un paese intero, Porto Garibaldi nel Ferrarese, che a fianco dei genitori, chiede al sacerdote, don Piergiorgio Zaghi, di tornare sui suoi passi. Una bufera che ha ‘costretto’ il prete a un «silenzio doloroso» rotto soltanto ieri con un lungo intervento al nostro giornale.

«Nessuna discriminazione — assicura don Zaghi — né un rifiuto alla Comunione, ma un semplice invito a ‘differire’ il momento del sacramento per preparare il bambino a ricevere l’Eucaristia». Il percorso studiato per il piccolo infatti «prevedeva un approccio graduale, senza fretta, agli ambienti della parrocchia — spiega il prete — per passare poi ad incontri specifici con i genitori, il catechista e il parroco con la partecipazione dei compagni di classe, con l’intenzione, espressamente comunicata ai genitori, di dare l’Eucaristia al ragazzo all’interno di una celebrazione festosa fra gli amici di scuola».
PROGETTO studiato dal parroco e dai catechisti durante una riunione, che faceva seguito alla richiesta dei genitori di ammettere alla Comunione il loro bimbo. Don Zaghi ha incontrato l’insegnante di sostegno e poi ha parlato ai genitori avanzando un’unica richiesta: non porre scadenze. Una volta accettata, il bambino è stato invitato a frequentare la parrocchia e a prendere familiarità con un cartone animato sulla vita di Gesù. Il 1 aprile, a 4 giorni dalla Prima Comunione dei compagni di classe, la mamma ha chiesto al prete se c’erano novità. «Le cose vanno secondo il progetto — risponde don Zaghi — e presto inizieranno gli incontri con il ragazzo. Abbiate pazienza». Ed è proprio questa risposta a creare scompiglio: il giorno dopo il sacerdote riceve una telefonata dal cancelliere della Curia, il quale aveva ricevuto lamentele da diverse mamme che lo accusavano di non voler ammettere il bambino e una lettera dai compagni di classe. In seguito la Curia ha consigliato ai genitori di portare il bimbo alla Comunione degli amici, limitandosi però a ricevere con la stessa gestualità non l’ostia, visto che l’aveva già rifiutata, ma una benedizione e una carezza.
di Vittoria Tomasi

ilrestodelcarlino 14 Aprile 2012 ore 16:03

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