Passate le elezioni, il mondo delle realtà sociali diffuse in tutta Italia si organizza per quella che potrà essere la prima, grande protesta contro il nuovo governo. Il 5 novembre convergeranno a Roma per ‘Non per noi ma per tutte e tutti’, mobilitazione nazionale contro le disuguaglianze e l’esclusione, i rappresentanti di 600 fra associazioni, reti sociali, comitati, coop e sindacati (fra cui la Rete dei numeri pari, Emmaus Italia, Baobab Experience e Salviamo la Costituzione) che, al di là dell’esito elettorale, denunciano «una campagna elettorale in cui è mancato il dibattito sui problemi reali da affrontare» per una popolazione che «continua a impoverirsi e a vivere in una costante insicurezza sociale».
Per Federico Dolce, portavoce nazionale Diem25, «i prossimi mesi in Italia ci porteranno il conto di una situazione estremamente critica in Europa. La guerra in Ucraina e le sanzioni ci mettono di fronte a scelte epocali che, se compiute senza lungimiranza, porteranno povertà e crisi sociale come mai prima in tutto il continente».
«Restituire diritti e potere a chi lavora è condizione prioritaria per ridurre le disuguaglianze – aggiunge Andrea Morniroli, cocoordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità –. Per questo occorre un salario dignitoso per tutti e tutte per consentire a migliaia di lavoratori e lavoratrici di considerare il lavoro un diritto e non un dono. Si deve tornare a investire sul welfare, sulle politiche per eliminare le povertà e sulla scuola come presupposti dello sviluppo giusto».